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Cittadino e Pa: Pin unico al via

Martedì 8 marzo rappresenterà una data storica per il percorso di digitalizzazione del nostro Paese: in questa data, infatti, verrà presentato in conferenza stampa il Pin unico per il cittadino. Il progetto è in fase avanzata, con i decreti attuativi della riforma della Pa già approvata in Consiglio dei Ministri.
Il Pin rientra nello Spid, sistema pubblico di identità digitale, per identificare in maniera immediata il cittadino presso tutte le Pa. Ne è prevista l’attivazione nazionale entro il 31 dicembre 2017, secondo le norme dell’attuale Cad, Codice per l’amministrazione digitale. L’entrata in vigore è stata anticipata in alcune regioni del nord: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Emilia Romagna e Toscana, oltre al Comune di Firenze.

Un secondo codice fiscale

Negli obiettivi del Governo il nuovo strumento dovrà diventare un secondo codice fiscale, consentendo al cittadino, attraverso un solo sistema di autenticazione, di avere i servizi pubblici online, di adempiere agli obblighi verso la Pubblica Amministrazione online e di scambiare in via telematica dati e informazioni.
La richiesta del Pin unico va fatta agli Identity Provider accreditati, al momento tre (InfoCert, Poste Italiane, Telecom Italia Trust Technologies), indicando pochi dati e ricevendo il codice di accesso.
Lo Spid rientra inoltre nel progetto Stork per l’integrazione di questi dati su scala europea.
E’ questa la sintesi del discorso del Ministro per la Semplificazione e la Pa Marianna Madia durante la seconda tappa del “Viaggio nell’Italia che innova”, in corso a Bari, organizzata da Il Sole 24 Ore e Confindustria, in collaborazione con EY (Ernst & Young).

300 servizi digitali già attivi

“Il Pin unico parte già con 300 servizi digitali e con alcuni Comuni, Regioni e Amministrazioni centrali dello Stato”, dice la Madia, “ma l’obiettivo è di farvene confluire molti di più” senza troppi fronzoli, perché “al cittadino non interessa sapere se il servizio non gli arriva per colpa del Comune, della Regione, dello Stato, ma si aspetta certezza di tempi, regole e servizi di qualità”.

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