Cisco al contrattacco cita Apple per l’iPhone

Trattative interrotte. Il marchio non può essere utilizzato da Apple. Jobs intempestivo lo ha utilizzato prima che un accordo fosse raggiunto.

Quando a San Francisco Steve Jobs ha pronunciato il nome iPhone, le
speculazioni si sono subito sprecate. Accordo vicino, si è detto, tra Cisco e
Apple. Cisco disposta a concedere a Jobs l’utilizzo di un brand del quale ha la
titolarità.

Speculazioni errate, evidentemente, visto che è notizia di ieri sera che Cisco ha deciso di promuovere una causa legale nei confronti della casa della Mela per l’utilizzo di un marchio commerciale non proprio.
Ma non è tutto.
Cisco muove pesanti accuse nei confronti di Apple, sostenendo non solo che la società ha più volte negli ultimi tempi tentato di acquisire il marchio della discordia, ma di aver cercato di farlo anche utilizzando una società di copertura, una volta verificata l’indisponibilità di Cisco all’accordo.

Va detto però che le speculazioni non erano del tutto errate nel loro assunto iniziale.
Fino alla sera prima dell’annuncio le due società erano al tavolo delle trattative, per raggiungere un accordo che consentisse a entrambe l’utilizzo del brand, a patto di garantire una certa interoperabilità tra i due prodotti, così da non ingenerare confusione negli utenti.
La trattativa si era interrotta su questo punto, fino a quel momento ancora negoziabile. Ma l’intempestivo utilizzo del nome da parte di Steve Jobs ha portato Cisco a un irrigidimento sulle sue posizioni.

La questione non sembra però irrisolvibile.
Con il ricorso all’autorità Cisco intende impedire ad Apple di utilizzare il marchio prima che il contenzioso non sia risolto. Taccia di arroganza Steve Jobs e avoca a sua difesa una serie di casi nei quali il termine iPhone viene già normalmente utilizzato nell’ambito della telefonia su Internet.

Apple da parte sua limita i commenti. La linea difensiva è
però chiara. La iFamily, per I consumatori, da tempo indica prodotti legati al
suo marchio: iMac, iPod, iTunes. Un iPhone senza Mela creerebbe spiacevole
confusione nei consumatori.

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