Chi inquina paga: come muoversi tra Raee e Rohs

Iniziata anche in Italia la rottamazione dei rifiuti elettronici

In ritardo ma ce l’abbiamo fatta. E così anche nel nostro paese, a partire dallo scorso gennaio, è iniziata la rottamazione dei rifiuti elettronici, con il recepimento della Direttiva Comunitaria Weee (Waste from Electrical and Electronic Equipment 2002/96/CE, in italiano tradotta con l’acronimo Raee (Rifiuti di Apparecchiature elettriche ed elettroniche) e della Direttiva Comunitaria Rohs (Restriction of hazardous substances) 2002/95 Ce.

Scopo di entrambe le direttive: prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e promuovere il reimpiego, il riciclaggio e altre forme di recupero per ridurre la quantità da avviare allo smaltimento in discarica. Altro obiettivo, disporre il divieto e la limitazione di utilizzo di piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente e alcuni ritardanti di fiamma, tutte sostanze altamente inquinanti e nocive. Alla base del decreto, il principio secondo il quale “chi inquina paga”, e per tradurre in pratica questo concetto, il finanziamento e l’organizzazione della raccolta e del trattamento dei Raee sono posti in capo ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per sostenere questi nuovi costi, i produttori saranno liberi di far pagare un eco-contributo al momento dell’acquisto di un’apparecchiatura nuova.

E così, dall’inizio del 2008, le 850.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e difficili da smaltire non saranno più esclusiva competenza dei comuni, come è stato fino a oggi, che peraltro sono stati i primi a spingere e incoraggiare il Governo nell’adozione di questo decreto, essendo, infatti, gli unici soggetti che, dovevano occuparsi di questa tipologia di rifiuti.

I consumatori, che fino a oggi erano obbligati a portare i propri Raee presso le eco piazzole comunali, potranno così gratuitamente lasciare il rifiuto ai distributori, nel caso di un nuovo acquisto. Per loro, però, ci sarà un nuovo costo, che i produttori sceglieranno se inglobare nel prezzo finale, o renderlo separato, applicando la cosiddetta “visible fee”.

La spesa per la gestione dei rifiuti verrà girata ai consumatori, con importi che variano in base al peso, con un costo medio che si aggirerà sui 3,5 centesimi per chilo.

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