Cellulari: quali dinamiche nel mercato di sostituzione?

A colloquio con Carolina Milanesi, analista di Gartner, sulle caratteristiche e sulle tendenze nel segmento della telefonia cellulare nei mercati maturi, come l’Italia.

È sempre boom per la telefonia cellulare. Lo dicono le aziende
produttrici, lo dicono le società di analisi e ricerca che cercano, da qualche
anno ormai, di mantenere un certo doveroso understatement, salvo essere smentite
dai risultati di trimestre in trimestre.
Con
Carolina Milanesi
, analista di Gartner, abbiamo cercato di analizzare questo fenomeno, cercando di evidenziare le caratteristiche che più contraddistinguono il nostro mercato nazionale e le tendenze per i trimestri a venire.


In Italia, così come in altri Paesi europei, siamo in presenza di un mercato di sostituzione. Ma quali logiche segue? Esiste un concetto di fedeltà alla marca?
Esiste eccome, soprattutto per quanto riguarda i
marchi più diffusi, come Nokia o Motorola. Esiste una fedeltà
dell’utente alla user interface
, che condiziona molto al momento di un
nuovo acquisto. Ed è un fenomeno con il quale tutti i produttori hanno imparato
a fare i conti. Non a caso oggi i telefoni finiscono per essere sempre più
simili: i produttori hanno progressivamente cambiato le loro interfacce per
renderle sempre più simili a quella del leader di mercato. Un caso per tutti?
Motorola, che per anni ha mantenuto i due tasti di pick
e drop delle telefonate

invertiti rispetto a Nokia e ora, per superare il disagio degli utenti, si è allineata.


Quali dinamiche segue il mercato di sostituzione?
In
questo caso c’è un distinguo importante da fare: mercati sovvenzionati o meno.
In Italia, dove non esiste il fenomeno della sovvenzione, il mercato è meno “viziato”. Si compra in base a ciò che piace e a ciò che serve. È anche vero che le scelte dei provider, negli altri Paesi, finiscono sempre per orientarsi su quei prodotti che dovrebbero incontrare i gusti reali del target di riferimento, ma è innegabile che un po’ di condizionamento c’è.


Nella classificazione delle diverse famiglie di prodotti, si tende a fare una netta distinzione tra dispositivi destinati al mercato business e quelli destinati al consumer. Ma gli acquirenti, poi, come si orientano?
Girando per Londra vedo utenti di
Blackberry che trovo difficile classificare come business user. È chiaro che c’è
un travaso di funzionalità dall’uno all’altro segmento. In linea di massima mi
sento di dire che la messaggistica e l’email, anche in modalità push, stanno
arrivando anche sul lato consumer. Così come certi assiomi per il mercato
business trovano smentita nell’applicazione pratica. Si diceva che il mercato
business era refrattario se non decisamente contrario alla macchina fotografica
sul telefoni. E così non c’è fotocamera sul Blackberry né sul Communicator
Nokia. In realtà alcuni utenti, gli assicuratori, i manutentori, gli
immobiliaristi

, trovano estremamente comodo poter utilizzare una fotocamera di qualità megapixel per poter documentare la loro attività. Credo dunque che non ci sia una regola, se non quella che per il mercato business si va decisamente oltre l’email, integrando servizi di accesso ai dati e wireless lan.

Quanto è lungo oggi il ciclo di vita di un
telefono cellulare?

Se non prendiamo in considerazione gli early
adopter, per i quali si parla di una sostituzione a ciclo semestrale, non ci
sono sostanziali cambiamenti rispetto allo scorso anno: si parla sempre
di un ciclo di 18-24 mesi.

Cambiano però le motivazioni per cambiare. Se fino a qualche semestre fa si parlava di un rinnovo tecnologico, magari con il passaggio da Gsm a Gprs, ora si chiedono cose diverse: una fotocamera con una risoluzione maggiore, più memoria, il lettore Mp3, un design più alla moda. Il telefono viene vissuto più come un accessorio e si cambia come si cambiano borse o scarpe.

Ci sono delle criticità evidenti in
questo mercato di sostituzione?

Certo. La preservazione dei contenuti e
dei dati. Quando si cambia il telefono, la preoccupazione principale è capire
come e cosa salvare, come e cosa trasferire dall’uno all’altro dispositivo. Per
non parlare della gestione dei diritti digitali, il Drm.

Se scarico musica, pagandola, su un telefono, posso poi trasferirla su un nuovo dispositivo?


La maggior parte dei produttori sta tenendo “in serbo” per l’inizio del nuovo anno le novità. È solo una questione di marketing?
Si e no. Da un lato di
certo c’è la volontà di non penalizzare le novità in un periodo in cui si tende
a giocare sul prezzo. Ma credo che la ragione principale sia un’altra. In molti
casi si tratta di vero e proprio ritardo: i telefoni sono più complessi e il bug
è la norma. Meglio ritardare di qualche settimana l’uscita di un prodotto,
avendo però la certezza di aver sistemato tutte le possibili falle, che
lanciarlo per poi dover correre ai ripari.

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