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Blackberry, il ritorno nel nome dell’automotive

Il mondo dell’automotive ha scoperto negli ultimi mesi un sorprendente protagonista. Nomi come Baidu, Ford, Jaguar, Nvidia, Visteon e Denso hanno stretto infatti nuove partnership con un improbabile alleato, in gara per realizzare la migliore e più sicura auto autonoma: BlackBerry che punta a essere il sistema operativo di ogni auto collegata.

Il produttore di smartphone, per anni scelto dai governi di tutto il mondo in virtù della sicurezza del suo software, ha avuto una caduta spettacolare a partire dal 2011-2012, nel periodo in cui l’iPhone di Apple si è presa il mercato.

Al culmine della sua popolarità, a metà del 2008, le azioni BlackBerry valevano 148 dollari per azione. Nel settembre 2012, è crollato a 6,22 dollari. Oggi, è a circa 10 dollari per azione.

Il recupero di Blackberry

Il recupero è stato lento e misurato, a partire dall’acquisizione del 2010 della società di software Qnx con sede a Ottawa. Al momento dell’acquisizione, Qnx era di proprietà di Harman International, i produttori di sistemi di altoparlanti Harman-Kardon e Jbl, e un gigante dell’infotainment automobilistico. All’epoca non si parlava di auto autonome. Oggi però se ne fa un gran parlare e BlackBerry si trova in una posizione simile nel settore automobilistico. Però è determinato a respingere la concorrenza.

All’inizio di quest’anno, il ceo John Chen ha annunciato che l’ex produttore di cellulari aveva migrato con successo e profitto la sua attività dall’hardware al software e servizi di sicurezza informatica.

Combinando l’esperienza di BlackBerry nel settore della sicurezza e dei dispositivi mobili con i sistemi operativi integrati e in tempo reale di Qnx, l’azienda è ora fortemente focalizzata sui dispositivi connessi e sul settore automobilistico.

Resta da vedere se sia in grado di difendersi dai concorrenti. Oggi l’azienda sta offrendo i suoi servizi di sicurezza nel settore automobilistico. Si tratta di test di vulnerabilità, postura di sicurezza e consulenza sull’architettura.

Questo fa parte di un processo prolungato in cui l’azienda ha preso il meglio della tecnologia Blackberry e di Qnx, e li ha fusi in prodotti automobilistici. L’azienda sta lavorando per posizionarsi come un setter di standard per l’automotive di nuova generazione, come ha fatto una volta per i telefoni cellulari, e come Qnx ha fatto per altri sistemi critici per la sicurezza, tra cui l’atterraggio dei transponder e il monitoraggio dei pazienti.

A questo proposito il mese scorso ha pubblicato una serie di sette raccomandazioni per la cybersicurezza automobilistica.

Perché soprattutto nelle auto non si può lavorare con patch ma la sicurezza deve essere presente fin dalla progettazione, fin dalla progettazione, fino dalla produzione dei chip.

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