Bill Clinton, ex presidente geek

Interviene dal palco di Dell World, in veste di fondatore della Clinton Global Initiative e parla dell’approccio ai problemi mondiali: open. Perchè il futuro è nella condivisione aperta online.

Austin, Texas – Come da tempo preannunciato, è Bill Clinton l’ospite d’onore del keynote inaugurale dell’edizione 2012 di Dell World.
L’ex presidente degli Stati Uniti si presenta sul palco, garantiscono i tweet, alle 12.12 del 12.12.12, complice un ritardo nel suo volo causa maltempo, che provvidenzialmente salva la cabala.
Ed evidentemente funziona, vista la standing ovation tributata dalla platea texana a un ex presidente democratico.

Clinton si presenta a Dell World come fondatore della Clinton Global Initiative, creata nel 2005 con l’obiettivo di trasformare le idee in azione, coinvolgendo leader di tutto il mondo nello sviluppo di soluzioni innovative per i problemi più gravi del pianeta, alla quale Dell contribuisce nell’ambito dei suoi programmi di responsabilità sociale.
Ed è un Bill Clinton coinvolgente e a tratti sorprendente quello che parla dal palco di Austin, un Bill Clinton che va subito al sodo, dopo i ringraziamenti d’obbligo al padrone di casa, con il cui contributo è stato possibile avviare programmi per combattere l’obesità infantile nelle scuole di Miami.

Alla tecnologia Bill Clinton attribuisce un ruolo chiave, lui che nel corso del suo mandato presidenziale ha “inviato solo due email”.
Il ruolo chiave, per Bill Clinton, si chiama condivisione.
Condivisione in una accezione tale da meritargli l’appellativo di geek nei tweet che si rincorrono in rete. Perché l’ex presidente lo dichiara apertamente: “Amo il modello open source.

Poi chiarisce il concetto.

Viviamo in uno “zero sum game”, dove chi vince guadagna a spese del perdente, ed è questa una tendenza da cambiare. “Ognuno ha il dovere di costruire il positivo, per ridurre il negativo che si crea fra nazioni interdipendenti. Viviamo in un mondo in cui siamo obbligati a condividere il futuro: dobbiamo immaginare un futuro di responsabilità condivise”.
Per questo, l’unica via percorribile e l’unico futuro immaginabile è quello che appartiene alle reti di cooperazione creativa.
“Prima o poi tutte le barriere del mondo assomiglieranno più a delle reti che a dei muri”, prosegue il presidente, che porta casi concreti a suffragio della sua tesi: le ricerche sull’oncologia pediatrica oggi proseguono grazie a una condivisione aperta online.

Tre, secondo Clinton, sono le grandi problematiche del mondo: l’ineguaglianza, intesa non in termini economici ma di accesso all’education, l’instabilità e la non sostenibilità, intesa in questo senso in termini ambientali.
“Per poter affrontare queste tematiche dobbiamo collaborare”.
Certo, serve anche un cambio di mentalità: “Bisogna affrontare i problemi, non perdere tempo a domandarsi se esistono o meno. Parimenti, le società moderne devono cominciare a non dare tutto per garantito, innescando una spirale che più che a costruire un futuro punta a mantenere le prerogative: bisogna riformare il sistema, verso una cooperazione creativa”.

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