La notizia era nell’aria. Ed è arrivata la conferma ufficiale: per la prima volta dal 2007, le vendite dell’iPhone hanno rallentato in modo significativo. Intendiamoci, un bilancio come quello dell’ultimo trimestre di Apple è da incorniciare: 75,9 miliardi di dollari con 18,4 miliardi di profitti (il fatturato più profittevole mai realizzato da un’azienda in tre mesi). E lo smatphone è ancora il pezzo forte tra tutti i prodotti contraddistinti dalla Mela morsicata. Però il tasso di crescita che ha messo a segno l’iPhone su base annuale è il più contenuto di sempre (0,4%): i dispositivi venduti sono passati da 74,5 milioni (equivalenti a un fatturato di 51,6 miliardi di dollari) a 74,8 milioni (51,2 miliardi di dollari). Un dato inferiore anche alle stime dei più pessimisti tra gli analisti (si aspettavano fossero raggiunti i 75 milioni) e che probabilmente ha indotto Apple a restare cauta sui risultati del prossimo trimestre, proponendo come obiettivo di fatturato 50-53 miliardi di dollari (contro i 58 realizzati lo scorso anno).
D’altro canto, anche alcuni altri prodotti, che nel recente passato hanno fornito un apporto significativo per la crescita del fatturato di Apple, nell’ultimo trimestre hanno messo a referto il segno meno. Primo fra tutti l’iPad, che con i 16,1 milioni di pezzi venduti (iPad Pro incluso) è risultato in declino del 16% su base annuale (un anno fa le vendite avevano toccato quota 21,4 milioni). Sorte simile, seppure meno accentuata, è toccata ai Mac, che sono scesi da 5,5 milioni a 5,3 milioni.
Buone, se non addirittura ottime, notizie arrivano invece sul versante Apple Watch, dove il fatturato è salito da 2,6 milioni di dollari a 4,3 milioni (qui il confronto è fatto il primo trimestre di disponibilità nel 2015). I 3 miliardi di dollari fatturati sono ancora troppo pochi per riuscire a sopperire al rallentamento dell’iPhone, però l’indicazione tendenziale offre importanti prospettive.
A livello geografico, nel confronto anno su anno Apple deve registrare un declino del 4% sulle vendite nelle Americhe (29,3 miliardi di dollari contro 30,5 miliardi). Cala in modo significativo anche il Giappone (-12% con 4,8 miliardi di dollari), mentre crescono Europa (+4% con 18 miliardi di dollari) e Asia-Pacifico (+4% con 5,4 miliardi). Ma a far la parte del leone è la Cina che mette a segno un ragguardevole +14% che equivale a un fatturato di 18,3 miliardi di dollari.
Ma questi dati sono già storia, bisogna guardare al futuro. E Apple evidentemente lo sta facendo da tempo visto che già da un paio di settimane si parla della decisione di rallentare la produzione degli iPhone. La società deve poi considerare i potenziali effetti del rallentamento che sta avendo l’economia cinese e il rafforzamento del dollaro sulle altre valute. E quest’ultimo fattore, ha sottolineato Tim Cook, ha un ruolo fondamentale nel bilancio.
Fatto sta che le previsioni sono molto conservative, Però Apple è al lavoro per far sì che i prossimi prodotti (come l’iPhone 5se, la seconda generazione dell’Apple Watch e il nuovo iPad Air il cui lancio viene da più parti dato per certo in marzo) possano scombinare le carte in tavola.