Banda Larga: lo scenario è cambiato, anche per gli Isp

Alessandra Poggiani Agenzia Italia Digitale
Alessandra Poggiani

Il Governo ha attualmente in essere due piani strategici, uno dedicato alla banda ultralarga  e uno alla Crescita digitale 2014-2020. Della loro attuazione, quindi del futuro della rete italiana, si è parlato nel corso del convegno nazionale Aiip 2015.

raffaele tiscar
Raffaele Tiscar

I due piani sono più che buoni”, ha commentato Alessandra Poggiani, alle sue ultime apparizioni come Direttore dell’Agid, anche considerando che sono nati tempo fa in altre situazioni. “Che esistano due piani e li si stia mettendo in opera è una discontinuità con il passato”, ha commentato Stefano Quintarelli dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica. E intorno a questa discontinuità molte cose stanno cambiando, alle volte anche più velocemente o meglio del previsto.
La cifra a disposizione, com’è noto, è di 6 miliardi di euro d’investimenti, tra europei e nazionali. Le aree a rischio imprenditoriale sono molte, “ma per gli obiettivi al 2020 serviranno risultati anche lì”, ha ribadito Raffaele Tiscar della Presidenza del Consiglio, che quelle regole sta scrivendo. Fare rete in quelle aree potrebbe non essere un business, ma erogarle ai soli grandi operatori sbilancerebbe la situazione di mercato.
Ecco quindi che i membri dell’Aiip vogliono fare la loro parte. “Noi provider vogliamo esserci, anche nelle aree nelle quali non è previsto ritorno economico”, ha detto Renato Brunetti, presidente dell’Associazione, “per continuare a portare tecnologia e banda larga in Italia e mantenere l’attuale quota di mercato”. Inoltre, semplificazione normativa e tempi ragionevoli sarebbero ben graditi.
Aiip associa oggi 50 aziende per 3 mila lavoratori diretti, fatturato -diretto ed indotto- di 900 milioni di euro e investimenti per circa 150 milioni di euro all’anno.
Guardando il panorama complessivo In Italia ci sono 357 Isp, che operano con ben 59 codici Ateco2007, secondo l’indagine Lo stato di salute degli Isp di Francesco Bellini e Fabrizio D’Ascenzo (La Sapienza, Roma). Ben 224 hanno dimensione di microimpresa e complessivamente fatturano appena 100 M€; 16 sono grandi, mentre medie e piccole assommano a 117. E sono in buona salute, come mostra la crescita della loro quota di mercato nel corso del 2014.

Due reti, ma attenti ai costi

Intorno alle nuove norme e disponibilità economiche si sta sagomando il salto tecnologico della rete fissa italiana. Per il mobile basta continuare a crescere con regolarità. Tornando al fisso, al momento le reti portanti sono ben due, quella in rame di Telecom e quella in fibra Gpon. Stiamo provando a correre: negli ultimi mesi non si parla più né di mancanza di utenti che ripaghino gli investimenti, né di scorporo della rete rame da Telecom, che “tra l’altro rallenterebbe lo sviluppo di almeno tre anni”, ha commentato Franco Bassanini, presidente Astrid ma anche presidente della Cassa depositi e prestiti.
franco bassaniniInsomma per gli Isp c’è la possibilità di scegliere tra due reti. Certo “manca sempre qualcosa”, ha commentato Paolo Nuti, presidente di Mc-Link, “sia negli accordi con Telecom, sia nell’accesso a Gpon, che ha un forte costo d’ingresso”. Ma il movimento è avanti veloce e anche al Governo le cose si stanno modificando sotto ai nostri occhi, come dimostra la nomina di Graziano Delrio alle Infrastrutture.

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome