Banche europee nel mirino del phishing

Torna a crescere in marzo il numero degli attacchi che, secondo l’osservatorio di Rsa, partono soprattutto dagli Usa

Sembrava in calo e invece si è ripreso. Il phishing, il furto d’identità via
mail, dopo una leggera pausa in marzo ha ricominciato a correre sfiorando quota
3.500 attacchi come in dicembre.

Le rilevazioni mensili
a livello mondiale del Cyota anti-fraud command center (Afcc) di Rsa indicano
che cresce il numero delle banche non statunitensi colpite dagli
attacchi
che oggi valgono il 49% del totale. Sotto attacco sono in
particolare gli istituti di credito tedeschi anche se lo scorso mese banche
spagnole e italiane sono state oggetto di azioni di phishing.




Gli attacchi partono per il 60% dagli Stati
Uniti

e in misura minore da Gran Bretagna e Germania. Gli altri Paesi sono Corea del Sud, Cina, Francia, Russia, Turchia, Canada e Svezia. Il rapporto spiega che le preferenze vanno verso Usa, Gran Bretagna e Germania perché nei tre Paesi ostacoli di carattere legale e la particolare rigidità della legislazione non permettono di oscurare con velocità i siti da cui partono gli attacchi. In Corea, invece, la procedura è molto più semplice.
Il settore finanziario con il 92% degli attacchi rimane
quello più colpito.

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