Assunzioni per 15.000 in Ibm

Non saranno 10.000, ma 15.000 i nuovi posti di lavoro necessari in Ibm, soprattutto nelle aree software e servizi

Pochi giorni dopo aver presentato alla comunità finanziaria una trimestrale decisamente positiva, Ibm annuncia un nuovo piano di investimenti, che si traduce in un incremento del 50%, rispetto alle numeriche anticipate qualche mese fa, nel numero delle nuove assunzioni programmate.
Saranno 15.000 i nuovi posti di lavoro, prevalentemente nelle aree del software e dei servizi. Tutto questo non solo a testimonianza dell’effettiva ripresa dell’economia, cosa di cui Sam Palmisano la scorsa settimana si era detto assolutamente convinto, ma anche in risposta alle accuse mosse all’azienda nei mesi scorsi, di fronte alle dichiarate intenzioni di muovere un numero significativo di posizioni dagli Stati Uniti verso mercati più favorevoli quali l’India o la Cina.
Il nuovo round di assunzioni, infatti, porterà alla creazione di 4.500 nuove posizioni negli Stati Uniti, vale a dire più di quelle spostate nei Paesi asiatici. Quanto alle posizioni restanti, non ci sono al momento indicazioni precise, se non una nota nella quale si precisa che verranno tenuti in considerazione tre fattori chiave: le necessità di ciascuno specifico mercato, il suo potenziale di crescita, il costo del lavoro. È chiaro che la premessa parla di nuovo a favore delle aree orientali, pur in assenza di conferme ufficiali in merito.
Una volta completato il ciclo di assunzioni, l’organico di Ibm si troverà cresciuto di circa il 5% a 330.000, totale mai più raggiunto dal 1991.
Sul totale dei nuovi assunti, circa il 50% verrà direttamente dalle scuole e dalle università, mentre per il restante 50% sarà fondamentale aver maturato esperienza.

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