Assinform: Italia fanalino di coda nell’It

L’annuale Rapporto ha evidenziato come in una fase di accelerazione del mercato Ict mondiale, il nostro Paese rallenta. Bene il consumer, frenano le piccole imprese.

Il mercato mondiale ed europeo dell’Ict sono in accelerazione. Peccato che non si possa dire la stessa cosa dell’Italia.


Secondo l’annuale consuntivo del Rapporto Assinform (Associazione dei produttori di settore), nel 2004, il nostro Paese ha realizzato nell’Information and communication technology un +1,5% (pari a 61,180 miliardi di euro) rispetto a un +5,9% della media mondiale e a un +3,4% dell’Europa.


Nel presentare i dati, Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting (che elabora da anni il Rapporto) ha sottolineato che sono diverse le chiavi di lettura che si possono dare a seconda dell’area geografica.


I 2.443 miliardi di dollari raggiunti dal mercato dell’Ict mondiale (pari al 7% del Pil) è frutto del buon andamento negli Usa e del boom di Cina e India. Andando a guardare più in dettaglio alcuni indicatori, si osserva un notevole incremento di apparati e sistemi, tipico dei settori di massa: nel 2004, per esempio, sono stati venduti 650 milioni di cellulari e 173 milioni di pc.


Analizzando, nello specifico, il mercato It, Capitani ha osservato che gli Usa sono cresciuti del 4,4% (grazie anche ai forti investimenti in tecnologie militari) mentre il Gippone ha avuto un buon andamento nel primo semestre e un calo nel secondo, per cui la media è stata del 2,4%.


In Europa, a fronte di un Regno Unito aumentato del 3,2%, fa riscontro una Germania che si deve accontentare di un +1,4% e un’Italia che rimane, invece, negativa (-0,4%).


Gli aspetti positivi del settore sono dati dall’hardware, in forte recupero rispetto a un -5,6% del 2003, che ha chiuso con un +1%, il software, invece, è risultato in fase calante (+0,4% contro un + 2,2% del 2003) mentre i servizi hanno ridotto il trend negativo (-1,2% contro un -4% di un anno prima).


Il recupero dell’hardware (che ha pesato per 5,124 miliardi di euro), è in gran parte dovuto al rimpiazzo tecnologico, avviato dai processi di razionalizzazione. I pc sono cresciuti in unità del 16,7% (per un totale di 3,620 milioni), i server midrange del 10,9% (22.650 unità), come pure i Mips (+15,5%). Valori negativi per workstation (-8,9%) e stampanti (-3,3%). Purtroppo, come ha evidenziato Capitani, non c’è corrispondenza tra crescita in unità e quella in valore: sotto questo aspetto, i pc sono aumentati solo del 2,5% e i mainframe dell’11,4%, tutti gli altri prodotti sono risultati negativi.


In ambito storage, inoltre, il prezzo è in media diminuito del 40%, mentre in ambito stampanti è in aumento la vendita dei sistemi multifunzione. All’interno dell’area pc si è evidenziata la continua ascesa dei portatili (+34,5% in unità, pari a 1,465 milioni) e il recupero dei desktop (+7,3%).


A questi risultati ha contribuito in modo significativo il consumer (+22,1%), che si è dimostrato più dinamico dell’area business (+15,2) e sempre più propenso ad acquistare presso la grande distribuzione, mettendo in difficoltà i canali tradizionali che non riescono a fare economie di scala.


Il consumer è la vera novità emersa nel 2004, il cui aumento della propensione alla spesa è anche spiegato dal boom dei crediti al consumo. «Le famiglie hanno un comportamento più innovativo di quanto non lo abbiano le imprese» ha sottolineato Capitani.


Il mercato del software (che ha raggiunto oltre 4 miliardi) è aumentato solo nel comparto del middleware (+3,7%), grazie a interventi sull’infrastruttura e ai progetti di sicurezza, mentre il software di sistema è sceso a un -0,5% (da un +2,5% del 2003), evidenziando che il problema della pirateria è ancora molto presente ma che sta anche avanzando la penetrazione dell’open source.


All’interno dell’area servizi (-1,2%, pari a 9,258 miliardi) le voci positive sono risultate la system integration (+1,5%), l’outsourcing (+1%), la consulenza (+0,8%) e i sistemi embedded (+0,3%), mentre in profondo rosso è precipitata la formazione (-6,2%) a conferma che nelle aziende si spende sempre meno per il rinnovo delle competenze.


In sintesi diamo anche alcuni dati delle Tlc, cresciute in Italia del 2,4%, avendo raggiunto 41,860 miliardi, dei quali 22,063 sono stati realizzati dalle Tlc mobili che hanno sorpassato le fisse (19,797 miliardi). Valutato in base agli apparati e ai servizi, il Rapporto ha sottolineato che questi ultimi pesano sul complessivo per 32,850 miliardi (+3%).


Per quanto riguarda le attese dell’anno in corso, Capitani ha affermato che il 2005 sarà un periodo di transizione, durante il quale accadranno dei fatti positivi per l’It e altri meno. Tra i positivi il manager ha citato il consolidamento e l’integrazione degli applicativi, il rinnovamento del parco installato, il mobile business, la sicurezza, la digital consumer, l’e-government e la ripresa a investire delle medie imprese. Tra i fatti negativi, le piccole imprese che continuano a non innovare, la cautela negli investimenti, il downpricing e la concentrazione e riassetto dei fornitori.

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