Asp in Italia, un mercato in crescendo

A sostenerlo è uno studio condotto da Sirmi e Sda Bocconi dal quale emergerebbe un sempre più consistente interesse, da parte delle aziende italiane, ad abbandonare la modalità di possesso di soluzioni e infrastrutture per una modalità d’uso

26 settembre 2002
La domanda di servizi Asp in Italia? Esiste, eccome. Solo che, a volte, viene
espressa da aziende che ne fanno richiesta esplicita e sono supportate da reali
esigenze, a volte, da aziende con domanda latente e altre volte, invece, da
aziende con domanda manifesta ma non supportata da reali esigenze. Questo in
primis il dato qualitativo che emerge dallo studio condotto da Sirmi, in
collaborazione con Sda Bocconi, per indagare la domanda di servizi erogati in
modalità di ‘affitto’ in Italia. Uno studio, val la pena di ricordare, al quale
hanno contribuito EpicLink, ItWay, Sap Italia, SchlumbergerSema, Sun
Microsystems e Telecom Italia, dirette interessate alle evoluzioni del business
in questione sul nostro territorio.

Ed ecco allora che dall’analisi,
condotta su un campione rappresentativo di 650 imprese meccanizzate – su un universo di
72.300 aziende italiane – appartenenti a settori Finanza,
Industria, Commercio, Servizi, Pal e Sanità, con oltre 20 dipendenti, emergono
una serie di dati significativi. Ma prima di scendere in dettaglio occorre fare
un passo indietro nella metodologia della ricerca. L’intero universo considerato
è stato, infatti, segmentato in 4 gruppi caratterizzati da peculiarità diverse
e, con modalità differenti, attinenti al sistema Asp. Per discriminarli ci si è
avvalsi di parametri quali l’utilizzo del sistema informativo come supporto per
il perseguimento di alcuni specifici obiettivi aziendali; la percentuale di
spesa It destinata al software; la localizzazione dell’infrastruttura hardware e
software; il ricorso a servizi di outsourcing e la complessità del portafoglio
applicativo misurata dal numero di soluzioni gestionali utilizzate. Dall’incrocio fra la
propensione esplicita all’uso di servizi Asp e la propensione attesa derivante
dalla combinazione dei parametri strutturali sono emersi 4
profili
: a potenzialità nulla, a potenzialità Asp
soggettiva, oggettiva e
massima. In soldoni, una parte considerevole dell’intero
universo (33.281 imprese) non ha in previsione l’adozione di servizi Asp ed è
priva di caratteristiche che ne giustifichino la necessità; altre 13.891 aziende
prevedono di adottare soluzioni di questo tipo, anche se non caratterizzate da
aspetti che ne giustifichino il bisogno; 12.281 non sono in procinto di adottare
servizi di questo tipo, ma risultano dotate di caratteristiche ideali, e altre
12.843 hanno in previsione di adottare servizi Asp in coerenza con un bisogno
reale.

Un ulteriore approfondimento dell’analisi, questa volta di tipo
qualitativo, ha permesso di evincere che le aziende più propense all’utilizzo
della modalità innovativa di fornitura di software standard appartengono a tutti
i settori considerati, a eccezione di quello industriale, e sono di dimensioni
medio-grandi. Le soluzioni usufruibili in Asp di maggior interesse? Erp
parziale, business intelligence, e-mail e messaging, software di produttività
individuale, software grafico, marketplace, portali ed e-commerce. Le aziende
appartenenti a questo cluster non temono di interagire con più interlocutori,
stipulando contratti di sourcing con diversi operatori. Tra i
benefici indicati, il cosiddetto ‘back to core business’ e
costi Ict certi e misurabili. Tra i rischi, una misurazione dei
livelli di servizio più complessa ed eventuali problematiche nella gestione
delle relazioni con il/i provider.

Insomma, le potenzialità affinché
dalla modalità di possesso si passi a quella d’uso sembrano esserci tutte
previo, naturalmente, il sempre maggior coinvolgimento dei fornitori di
soluzioni. Anche perché, tra il dire e il mare – come afferma Maurizio Cuzari,
amministratore delegato di Sirmi -, c’è di mezzo il fare.

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