Apple di nuovo nel mirino per le condizioni di lavoro

Questa volta sotto accusa sono gli stabilimenti di Pegatron. Secondo China Labor Watch le condizioni di lavoro sarebbero anche peggiori rispetto a quelle di Foxconn.

Aver cambiato fornitore non mette Apple al riparo da critiche sulle condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli operai che producono i suoi dispositivi.
Così, dopo Foxconn, anche Pegatron finisce nel mirino di China Labor Watch,associazione con sede a New York e fondata nel 2000 con l’obiettivo di verificare a quali condizioni di lavoro vengono prodotti i beni di largo consumo, dai giocattoli ai gadget elettronici, poi commercializzati negli Stati Uniti.

Le accuse sono pesanti: secondo Clw, infatti, le fabbriche Pegatron impiegano minorenni, garantiscono salari troppo bassi e obbligano gli operai a turni di lavoro eccessivamente lunghi: si parla infatti di turni che superano le 45-50 ore settimanali previste dai contratti, per arrivare a toccare anche le 66-69 ore alla settimana.
Non solo: il non equivocabile rapporto, che ha preso in esame le condizioni operative in tre stabilimenti Pegatron, parla di ”condizioni di lavoro se possibile peggiori rispetto a quelle già segnalate per Foxconn”.

Apple, che dopo anni di critiche pesanti nel 2012 aveva aderito alla Fair Labor Association, dichiara di non aver avuto sentore di quanto le accuse raccontano, ma si impegna a condurre opportune verifiche, cosa che del resto anche Pegatron dichiara di voler fare.
Apple, per altro, dichiara di aver condotto 15 audit negli stabilimenti di Pegatron negli ultimi sei anni rilevando turni medi di 46 ore nelle line impregnate nella produzione dei suoi dispositivi, ma il rapporto presentato da Clw parla di 86 infrazioni complessive, 36 in materia di legislazione del lavoro e 50 di natura etica: gli operai, sostiene la denuncia, sarebbero stati obbligati a dichiarare un numero di ore lavorate inferiore a quelle effettive e se questo fosse provato significherebbe non semplicemente un abuso, ma anche un peggioramento delle condizioni operative dei lavoratori cinesi.

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