Ancora in rosso l’It in Italia nel 2003. Meglio le Tlc, grazie al mobile

Il Rapporto Assinform evidenzia un risultato ancora più negativo del 2002 per il mercato dell’informatica (-3,2%), mentre le telecomunicazioni rimangono positive (+1,8%).

3 marzo 2004 Se a livello mondiale i dati di mercato relativi all’Ict nel 2003 danno chiari segnali di ripresa (+3,2%), in un’Europa che si trova ancora in una situazione difficile (-1,3% il mercato dell’It e +1,1% quello delle Tlc) l’Italia si presenta come il fanalino di coda rispetto ai primi cinque grandi paesi. Il Rapporto Assinform conferma, dunque, una situazione ancora critica, che nel 2003 è peggiorata rispetto al 2002. Infatti, il settore dell’It ha registrato un -3,2% (era -2,2% nel 2002), realizzando 19,396 miliardi di euro, mentre le Tlc hanno realizzato un +1,8%, pari a 40,885 miliardi, un recupero che in buona parte è dovuto al fenomeno della telefonia cellulare. Nel complesso, quindi, il mercato dell’Ict (It + Tlc) ha realizzato 60,281 miliardi, pari a un misero +0,1%.

Nel cercare di dare un messaggio positivo a questi risultati, Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting (che per conto di Assinform, l’associazione di settore, contribuisce all’elaborazione del Rapporto) ha affermato che i dati del 2003 sono meno negativi delle previsioni fatte a metà anno, per cui c’è almeno un debole accenno di inversione di tendenza. Nello specifico, se l’hardware ha evidenziato ancora un -5,6% (era però -13,5% nel 2002) pari a 5,073 miliardi, la nota stonata viene dall’area software e servizi che ha chiuso con un -2,2% (contro un +3,3% del 2002) e un valore di 13,378 miliardi. Il fenomeno del downpricing ha penalizzato tutti i comparti, anche quelli che bene o male erano sempre riusciti a galleggiare in attivo. La colpa di questa situazione è data da un concorso di fattori, come ha sottolineato Capitani, e da motivi sia strutturali che congiunturali. Le Pmi sono cresciute meno del solito e i processi di razionalizzazione e di consolidamento avviati dalle medio-grandi aziende hanno avuto il sopravvento sui nuovi progetti, in un contesto di economia stagnante che ha visto crescere il Pil italiano solo dello 0,3%.

Entrando nel dettaglio del comparto hardware, nonostante i brillanti risultati delle vendite dei pc in unità (+9,8%), in particolare dei notebook (+33,1%), frutto di un rinnovamento, da parte soprattutto delle aziende, del parco acquisito nell’Anno 2000, non è corrisposta una crescita in valore, in quanto la pressione dei prezzi ha portato in negativo (-3%) il risultato. Per quanto riguarda le altre tipologie di prodotti, i server midrange sono negativi sia in unità (-4%) che in valore (-8,3%), come pure le workstation Unix, scese a -17,3% in unità e a -26,4% in valore. Negativo anche il trend in valore delle stampanti (-14,7%) e dei sistemi storage (-3,6%), mentre i mainframe sono cresciuti in valore dell’11,4%, grazie alla richiesta del mercato di macchine più potenti, che hanno visto complessivamente aumentare i valori in Mips del 23%. Ancora una volta l’area trainante è stata quella business (+15,3%), mentre assolutamente sottotono è risultato il consumer (-5,4%).
Sul fronte software e servizi, negativo come già detto nel complesso, il Rapporto evidenzia andamenti contrastanti, in quanto il software ha tenuto (+2,2% ) mentre i servizi, anch’essi affossati dal downpricing, sono scesi a un -4%, al cui interno l’unica nota positiva è data dall’outsourcing (+2,6%). Tutto il resto è risultato negativo, compreso il settore education e training per il quale solo due anni fa gli analisti prevevano crescite esponenziali.

Per quanto riguarda il mercato delle Tlc, che vale il 68% dell’Ict, (un dato che in Italia è anomalo rispetto al resto d’Europa, dove It e Tlc si equivalgono percentualmente) la crescita dell’1,8% è anche in questo caso frutto di due trend contrastanti: gli apparati, pari a 8,985 miliardi hanno registrato un -8,4%, mentre i servizi sono aumentati del 5,1% per complessivi 31,9 miliardi. Valutando il settore in Tlc mobili e fisse, si osserva che finalmente si è avuto il sorpasso tanto atteso: infatti, mentre le fisse sono scese a 19,844 miliardi (-3%), le mobili hanno raggiunto un valore di 21,041 miliardi (+6,7%), confermando in questo caso una superiorità dell’Italia rispetto ad altri paesi eurpei.

Per quanto riguarda il 2004, prevederne l’andamento, secondo Capitani, è molto difficile, certo è che i dati del 2003 presentano un Sistema Paese pericolosamente in ritardo, dal momento che se l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, nazioni come la Spagna hanno messo a segno crescite dell’ordine del 3,1%, in quanto le aziende e il governo si muovono con programmi organici e concreti, non sporadici come da noi. Tuttavia, qualche debole segnale positivo è presente, per cui è auspicabile un riavvio dello sviluppo del mercato, soprattutto dell’It.

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