Velocità, performance, eccellenza sono concetti che appartengono all’universo Ferrari ma che, sempre più, IBM sta facendo propri, trasformandoli in criteri per misurare l’impatto che l’intelligenza artificiale può avere nelle imprese italiane, di qualsiasi dimensione. È su queste basi che si è costruita la terza tappa dell’IBM AI Experience, il tour che sta portando il vendor nei territori per raccontare, attraverso casi reali, come l’AI possa diventare acceleratore di produttività e motore di competitività, crescita e attrazione di talenti, in un contesto mondiale in veloce evoluzione che impone di seguire nuovi percorsi di sviluppo rispetto a quelli del passato.
E in quanto a dinamicità, non stupisce la scelta di tenere l’evento, dedicato a clienti, prospect e partner, a Maranello, presso il Museo Ferrari, custode e narratore di automobili simbolo di un’evoluzione continua e coraggiosa affidata alla tecnologia.
“Con l’impiego dell’intelligenza artificiale vogliamo sostenere concretamente le aziende del territorio – ha esordito Nico Losito, VP Technology di IBM Italia – e lo facciamo mostrando dei casi d’uso reali, sviluppati con le competenze di consulting nostre e dell’ecosistema dei nostri partner, ascoltando le aziende per indirizzarle a sfruttare srle s sfruttare appieno le sfruttare al meglio le enormi potenzialità di questa tecnologia interpretandola secondo le esigenze di ogni cliente. L’AI può aiutare le imprese a rafforzare la loro competitività ma, allo stesso tempo, contribuire alla crescita del territorio e del sistema Paese, lavorando tutti insieme: imprese, fornitori di tecnologie e amministrazioni locali”.

E a Maranello IBM ha già avuto modo di portare la propria vision di innovazione, collaborando con la Scuderia Ferrari di Formula Uno per disegnare un percorso comune che va oltre la sponsorship e si concretizza in progetti tecnologici condivisi. Alcuni già attivi. “Abbiamo iniziato a lavorare con Ferrari potenziando la sua Fan App con le tecnologie Watson x – ha spiegato Losito – con l’obiettivo di rendere l’interazione con i tifosi più coinvolgente e personalizzata, mantenendo vivo l’ingaggio di una community mondiale che conta 390.000 fedelissimi. Parallelamente a questo, stiamo collaborando per definire una data strategy che integri le diverse tecnologie presenti in azienda, in modo da dare un’impronta coerente all’evoluzione digitale di Ferrari”.
Open, sicura, smart. L’AI di IBM punta all’interoperabilità
L’approccio AI di IBM si fonda su tre principi. “La tecnologia deve essere open – ha sottolineato Losito – vale a dire frutto di una community e capace di integrarsi in maniera interoperabile con i sistemi già esistenti in azienda, oltre che scalabile da prototipi a progetti industriali. Deve essere sicura, nel senso più ampio del termine, garantendo protezione dei dati, ma anche trasparenza e responsabilità, in linea con l’AI Act europeo. Infine, deve essere smart e agile, con modelli adattabili ai diversi compiti e alle diverse infrastrutture, così da consentire alle aziende di sviluppare autonomia strategica e vantaggio competitivo duraturo”.
Musei Ferrari promuovono l’AI IBM per l’engagement dei tifosi
Un’integrazione “gentile” delle nuove tecnologie che è d’obbligo quando si parla di un’azienda che ha 80 anni di storia e che, grazie alla fiducia sempre riposta nell’innovazione, ha costruito ambienti tecnologicamente avanzati a cui non intende certo rinunciare. E il Museo Ferrari, che ospita l’evento, è il primo testimone di questa continua evoluzione.
“Enzo Ferrari diceva che le sue macchine non dovevano stare nei musei, ma correre sulle piste – ha ricordato il direttore dei Musei Ferrari Michele Pignatti Morano –. Ma se le macchine sono ferme nel museo, è il museo stesso che corre. Pur se in un museo, le macchine ferme non sono. Oggi i nostri spazi raccontano una storia lunga ottant’anni fatta di una corsa all’innovazione continua, che non ha mai avuto sosta e che oggi sta avendo una forte accelerazione che vogliamo vada anche in direzione di un maggior coinvolgimento del pubblico dei tifosi. Il museo è l’apertura del mondo Ferrari al grande pubblico, un ponte tra l’esclusività dei proprietari delle auto di lusso e la passione di milioni di tifosi in tutto il mondo. Tifosi che vogliamo si sentano sempre più parte di una grande famiglia, facilitati ora dalla versione interattiva della Fan App Ferrari”. Questi sono solo alcuni dei tanti passi che lo storico brand sta facendo verso l’innovazione, tracciando un percorso i cui effetti benefici si estendono anche al di fuori dei suoi cancelli.
IBM include clienti e amministrazioni locali nel circolo virtuoso dell’economia locale
Il circolo virtuoso nato dalla collaborazione tra Ferrari e IBM ha infatti il beneplacito ma anche il supporto fattivo della Regione Emilia-Romagna, che si innesta in una visione che integra eccellenza industriale, inclusione sociale e progettualità di lungo periodo.
Non solo amministrazione del presente, ma impegno nel costruire le condizioni per attrarre talenti e garantire coesione, quindi, come ha a sottolineato Maria Costi, Presidente della Commissione Assembleare V dell’Emilia-Romagna, portavoce del pensiero della Giunta sui piani di sviluppo economico e sociale locale: “Siamo la Motor Valley, ma siamo anche la Food Valley e la Sport Valley, in uno sforzo di valorizzare quanto viene fatto sul territorio e creare possibilità di lavoro e benessere ai nostri cittadini, soprattutto i giovani. Idee e collaborazioni tra diversi soggetti che sfruttano fino all’ultimo euro i fondi europei, creando progetti che vedono la partecipazione tra industria, amministrazione pubblica e risorse locali con lo scopo di non lasciare indietro nessuno, pensando a una formazione adeguata alle richieste del mondo del lavoro e a una politica sugli asili che ha come effetto la partecipazione all’economia collettiva da parte delle giovani madri”.
Buoni intenti, idee e progetti che IBM e i suoi Business Partner concretizzano con un’offerta tecnologica che integra l’AI e che ha l’effetto di una ottimizzazione ma anche di una accelerazione della produttività.
Benefici dall’uso delle strutture “con AI” o “per l’AI” che il vendor assicura si possono riscontrare in ormai parecchie delle diverse aree delle aziende, dall’HR, al marketing, alle vendite fino alle sperimentazioini.
Il contributo dell’AI IBM per trasformare le aziende
Il primo terreno di applicazione dell’AI che IBM segnala è, ovviamente, quello della produzione e della manutenzione, parte essenziale di qualsiasi azienda manifatturiera. Qui non si può prescindere dalla continuità operativa e l’AI offre strumenti concreti per garantire affidabilità e sostenibilità. Soluzioni come IBM Maximo, una piattaforma di enterprise asset management che integra AI e IoT, permettono di monitorare lo stato dei macchinari e programmare interventi predittivi, riducendo i fermi e stabilizzando i cicli produttivi.
In questo modo l’efficienza porta con sé anche la sicurezza per i lavoratori, una riduzione degli sprechi di energia e materiali e alla disponibilità di infrastrutture digitali già pronte a integrare nuovi modelli intelligenti in modo graduale e senza strappi.
È proprio il tema delle infrastrutture ad aver guidato anche progetti sviluppati da IBM insieme a Ferrari, dove l’esigenza di integrare applicazioni diverse è stata affrontata con strumenti come IBM WebMethods, così da dare coerenza e continuità a un ecosistema digitale complesso. A dimostrazione che senza una base affidabile è difficile introdurre soluzioni di AI in grado di portare benefici reali.
Aperte, sicure e scalabili. Le infrastrutture IBM aprono le porte all’AI
E proprio su questa linea si sviluppa infatti uno degli elementi portanti della strategia IBM, che è la costruzione di apposite infrastrutture abilitanti per l’AI, concepite per essere aperte, sicure e scalabili.
Aperte perché basate su tecnologie interoperabili e su un ecosistema open source in continuo aggiornamento; sicure perché progettate con criteri di trasparenza, responsabilità e conformità agli standard europei; smart perché capaci di adattarsi al contesto, scegliendo i modelli più adeguati al compito da svolgere senza generare carichi eccessivi. In questo senso, IBM si propone come ponte tra ambienti esistenti e nuove architetture, consentendo alle aziende di integrare le soluzioni AI senza dover rivoluzionare da zero il proprio installato.
Marketing e vendite beneficiano degli effetti dell’AI
Una volta garantita la stabilità dei processi industriali, l’attenzione si sposta sulla relazione con il mercato. E nel marketing e nelle vendite la GenAI mostra la sua capacità di generare valore immediato. Gli agenti intelligenti non danno solo risposte, ma interpretano bisogni, analizzano dati complessi e suggeriscono percorsi personalizzati.
Il dialogo con i clienti diventa più naturale, migliora l’esperienza di acquisto e si apre la strada a opportunità di upsell e cross-sell. Lo stesso vale per l’organizzazione di grandi eventi, in cui la gestione di flussi di persone, contenuti e interazioni digitali viene ottimizzata in tempo reale dall’AI, trasformando logistica e comunicazione in strumenti di coinvolgimento.
La stessa logica di velocità e previsione la ritroviamo anche negli ambiti di ricerca e sviluppo, dove l’AI consente di accelerare la progettazione e di ridurre i tempi tra idea e prototipo, individuando correlazioni non immediatamente visibili nei dati e suggerendo varianti progettuali altrimenti trascurate. Qui entrano in gioco anche gli agenti intelligenti, capaci da soli di collegare processi, persone e informazioni, trasformando l’innovazione in un flusso continuo e più adatto ad affrontare le esigenze di un mercato in continuo cambiamento.
Amministrazione e HR ringraziano l’AI
Ma l’intelligenza artificiale agisce anche all’interno delle aziende, migliorando la gestione delle persone e dei processi. L’automazione delle pratiche amministrative, l’ottimizzazione delle procedure di procurement o la semplificazione della documentazione liberano risorse e tempo agevolando il lavoro delle risorse umane e della produttività interna, dove l’AI diventa un supporto diffuso, che arricchire le decisioni quotidiane e rendere più efficace il lavoro di tutti. IBM stessa ha sperimentato questo percorso, adottando al proprio interno programmi di formazione estesi a tutti i ruoli, piattaforme AI-driven a disposizione di ogni funzione e iniziative di ascolto continuo, trasformando, di fatto, l’AI da tecnologia a parte integrante della cultura aziendale.
Nuove idee con riscontri veloci, nuovi fronti per sperimentare
Infine, il terreno della sperimentazione, fin dai primi livelli, come quella che IBM ha promosso con l’hackathon Watsonx Challenge, con tema la gestione di eventi complessi, che ha mostrato come idee e talento possano tradursi velocemente in soluzioni di reale utilizzo. A vincere è stato un team di giovani sviluppatori liguri, Gabriele Guo e Chenghao Xia, con un progetto tarato sui numeri e le esigenze di chi partecipa a manifestazioni come il Lucca Comics & Games con un sistema interrogabile per prenotazioni, orientamento e utilizzo interattivo dei servizi messi a disposizione dalla città. “Scalabile fino a gestire eventi come il Giubileo” assicurano.







