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Abolizione del roaming, ecco cosa vuol fare la Ue

Una bozza di regolamento che stabilisce sulla base di quali regole dovranno essere applicate le nuove norme tariffarie dopo la abolizione del roaming nel mese di giugno del prossimo anno.
L’ha presentata in giornata l’Unione Europea, cercando di evidenziare in primo luogo gli sforzi di armonizzazione per evitare possibili abusi, che potrebbero avere un impatto negativo sui singoli mercanti nazionali.

Roaming per 90 giorni

In particolare, uno dei possibili problemi evidenziati dalla bozza di regolamento, frutto di una consultazione pubblica ora conclusa, riguarda la possibilità che un utente acquisti una Sim in un Paese diverso da quello nel quale risiede, per poter usufruire di un piano tariffario più conveniente rispetto a quello praticato nel suo Paese. Oppure, più semplicemente, che un utente si trasferisca definitivamente in un altro Paese, continuando a usufruire delle tariffe del suo Paese d’origine.
Tutte situazioni che a detta del regolatore potrebbero avere un impatto negativo sui prezzi e a cascata sullo stesso consumatore.
Per questo, nella bozza si prevede che l’utente possa usufruire del roaming a tariffa domestica per non oltre 90 giorni l’anno, un periodo giudicato sufficiente a coprire le normali esigenze del cittadino che si sposta per vacanza o per affari.
In ogni caso, sempre al fine di evitare gli abusi, i provider potrebbero richiedere ai loro abbonati di effettuare un login sulla rete del Paese almeno una volta al mese.
Chiaramente, tutto questo non dovrebbe applicarsi ai frontalieri, che si spostano anche quotidianamente da un Paese all’altro, per i quali non si applicherebbe il concetto di abuso.
Resta la possibilità per l’operatore di applicare in situazioni circoscritte un sovrapprezzo per il roaming, purché non superi le tariffe massime per il roaming all’ingrosso, fissate in 4 centesimi di euro al minuto per le telefonate, 1 centesimo per SMS e 0,85 centesimi per MB.
Tutto questo impianto, incluse le valutazioni tariffarie, dovrà essere discusso da Parlamento Europeo, una volta sentito il Berec.

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