A Ict Trade l’instant poll fotografa il mercato

Durante il convegno di apertura, instant poll sui 580 presenti in sala: è davvero crisi?

Anche quest’anno, per rendere più interattiva la sessione inaugurale dell’edizione 2009 di Ict Trade è arrivato l’instant poll. Cinquecentottanta i presenti in ala, rappresentanti 45 miliardi di giro d’affari nel comparto Ict. A loro Maurizio Cuzari ha posto cinque domande chiave, per cogliere la loro visione sul mercato, sempre a metà strada tra il reale e il percepito.

La prima domanda, sull’andamento del primo trimestre dell’anno, vede qualche segnale di pessimismo: il 23% dei rispondenti parla di una diminuzione del fatturato compresa tra il 5 e il 10% e c’è un 8% che addirittura li quantifica in un ordine compreso tra il 10 e il 20%. In compenso, va detto, il 27,7% parla di sostanziale stabilità, mentre un 24% dei rispondenti riesce a parlar di crescite.

Sull’intero 2009, la percezione complessiva è decisamente più fosca. Solo il 5,9% intravede possibilità di crescita, il 36% dei rispondenti parla di stabilità, mentre ben il 41% dei rispondenti si dichiara convinto che il 2009 si chiuderà con un calo compreso tra il 5 e il 10%, affiancati da un 16% convinti che il calo sarà compreso tra il 10 e il 20% e da un più esiguo 0,8% che addirittura parla di regresso preoccupante.

Sono valutazioni che contrastano e non poco con il consuntivo del 2008, chiuso, per il 48,5% dei rispondenti, con ragionevoli guadagni. Sempre lo scorso anno, un 16,8% dei presenti dichiara di aver chiuso in pareggio, avendo portato a termine degli investimenti, e un 13,3% è riuscito a mantenere il pareggio, con gli investimenti bloccati.

L’hardware non va, ne sono convinti quasi tutti, mentre i servizi tecnologici sembrano rappresentare un buon volano per il 20,3% dei rispondenti, così come le unified communications, che raccolgono il 26,3% dei consensi. Non male anche il middleware, interessante per un 11,9% di rispondenti.

Pochi i dubbi sulle responsabilità delle difficoltà sul mercato: la questione è sostanzialmente finanziaria. Le dilazioni dei tempi di pagamento dei clienti sono additate nel 21,9% dei casi, mentre un 36% di risposte attribuisce la responsabilità agli affidamenti bancari.

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