L’Esb conduce l’Eai verso gli standard

L’Enterprise Service Bus fornisce una risposta alle problematiche suscitate dai software di integrazione applicativa, costruendo un’infrastruttura che poggia sui nuovi standard di scambio fra applicazioni eterogenee.



9 luglio 2003 Negli ultimi mesi, diversi costruttori hanno fatto massiccio uso degli standard emergenti in materia di interoperabilità applicativa (Web service, middleware orientato ai messaggi Jms, connettori Jca e così via) per sviluppare una nuova generazione di soluzioni di Eai (Enterprise application integration). Proposte in media a un quinto del prezzo dei prodotti tradizionali, queste offerte interessano un numero crescente di piccole e medie aziende che, non avendo mezzi o cultura per lanciarsi in grandi progetti d’integrazione, hanno scelto fin qui la più pragmatica soluzione dell’interoperabilità “fatta in casa”, in modalità punto a punto e senza altri strumenti.

Secondo Forrester Research, il 35% dei progetti di Eai non si sviluppano perché non rispettano costi e tempi inizialmente fissati. E Butler Group fa eco affermando che le soluzioni tradizionali sono troppo pesanti, proprietarie, costose e il loro deployment richiede sforzi troppo onerosi. Da qui nasce l’esigenza di una maggiore standardizzazione dei prodotti di Eai. Alle fine del 2002, questa tendenza ha ottenuto la consacrazione del Gartner, che le ha attribuito una sigla specifica, Esb, ovvero Enterprise Service Bus. Essa succede alle soluzioni di Eai leggere, derivate, nella maggior pare dei casi, dai prodotti di tipo Etl (NetEai, BlueWay, Sunopsis e altre), che non hanno avuto fortuna sul mercato a causa di una copertura funzionale insufficiente.

Esb definisce semplicemente un’infrastruttura standardizzata e aperta d’integrazione. Gli standard utilizzati sono poco intrusivi e la loro implementazione appare più semplice rispetto a omologhi come Dce, Com o Corba. In combinazione con middleware message-oriented, dunque, permettono di costruire un’infrastruttura d’integrazione aperta ed efficace. Queste basi rendono le soluzioni Esb appetibili per le Pmi o per progetti tattici nelle imprese più grandi.
Numerose start up si sono lanciate alla conquista del promettente mercato e tra queste troviamo Sonic Software, Cape Clear, Kenamea e Spirit Software. Il prezzo non costituisce l’unico elemento di attrattiva, poiché l’Esb si distingue dall’Eai classica anche nell’approccio utilizzato per gestire i progetti d’integrazione, mirando a ridurre i costi di avviamento e minimizzando i rischi, con l’adozione di una logica pragmatica, limitata in termini di perimetro e di ambizioni. In sostanza, per combattere l’effetto “tunnel” caratteristico dei progetti d’integrazione, i prodotti Esb devono offrire una modularità più forte, associata a obiettivi meno ambiziosi e più accessibili, rispetto a un’Eai ormai divenuta assimilabile all’Erp, in termini di complessità. L’Esb costituisce una nuova metodologia operativa, composta com’è di strumenti capaci di separare i componenti dell’architettura, come il trasporto, la trasformazione dei flussi di dati, il routing dei messaggi, la descrizione dei processi funzionali, i connettori verso gli Erp, la supervisione e così via.

Naturalmente, i grandi produttori del settore affermano di aver modernizzato le proprie offerte, combinando tecnologie proprietarie e concetti ispirati all’Esb. Anche gli Erp vendor non possono sfuggire alla tendenza, tant’è vero che Sap ha integrato in NetWeaver un modulo d’integrazione di servizi Web compatibile con J2Ee e .Net. Siebel, invece, ha annunciato la volontà di rendere i componenti verticali della propria soluzione Crm più facilmente accessibili sotto forma di Web service. Con Ican, anche SeeBeyond dispone ora di un’architettura d’integrazione costruita attorno a Jca, compatibile con gli standard J2Ee e i servizi Web. I produttori di middleware, come Bea, potrebbero a loro volta giocare un ruolo importante nello sviluppo di questo mercato, dove verosimilmente si assisterà a una ripartizione fra soluzioni Esb native, Mom e prodotti di Eai classici. Questi ultimi continueranno senza dubbio a prosperare nei progetti d’integrazione pesanti, in abbinata agli Erp enterprise.

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