L’ultima versione del sistema operativo Unix fa ulteriori passi avanti in termini di performance e stabilità. Ma dai tecnici esperti arriva il consiglio di attendere ancora per un’eventuale implementazione.
3 marzo 2003 Dopo tre anni di attesa, è uscito FreeBsd 5.0. In questa major release troviamo la gestione di un maggior numero di hardware (periferiche, macchine e processori) e maggiori performance, senza compromettere la leggendaria stabilità del sistema operativo, oltre alla caratteristica di una manutenzione ridotta. Peraltro, se l’analista indipendente NetCraft asserisce che i cinquanta Web server più stabili al mondo funzionano con Bsd, i tecnici aziendali non lo vedono ancora tale e tendono a considerarlo utile soprattutto per i test, rimandando alla futura versione 5.1 il consiglio di implementazione.
L’architettura interna è stata completamente ripensata per ottimizzare le performance e la stabilità sulle macchine multiprocessore, anziché sulle piattaforme Sparc-64 e Ia-64, il che riduce ancora il costo totale per chi possiede server funzionanti con Bsd. Un altro cambiamento risiede nel file system UfS2, completamente riscritto per passare il limite di 1 Tb e facilitare il mantenimento del sistema effettuando le operazioni di riparazione, deframmentazione, salvataggio. La gestione di Bluetooth, Acpi, CardBus e Ieee 1394 completa la lista dei miglioramenti, accanto a Geom, un framework legato alla memorizzazione e Devfs, un file system per le periferiche virtuali. Tutto questo favorisce la compatibilità di FreeBsd con le soluzioni di backup e storage, destinate alle aziende.





