Le previsioni per il quarter chiusosi il 30 giugno sono scese da 48 milioni di dollari a 35 milioni di dollari. Per la prima volta dal 1998 la società non ha concluso alcun contratto per un valore superiore al milione di dollari
10 luglio 2002 Ormai è da qualche tempo che il settore del content
management non riscuote più il successo che aveva un paio di anni fa. E a farne
le spese sono i principali attori del mercato. Un esempio viene da Vignette: i
responsabili aziendali hanno ribassato del 30% le previsioni di fatturato per il
secondo trimestre 2002 portandole così da 48 milioni di dollari a circa 35
milioni di dollari. La motivazione adotta per questo risultato negativo è la
diminuzione dei contratti. Il Ceo Gregg Peters ha infatti precisato: “I clienti
continuano a rimandare sempre più in là nel futuro le decisioni inerenti
l’acquisto”.
Questo perché, dopo la crisi delle dot-com, vogliono essere sempre più sicuri
(e rassicurati) riguardo quello che stanno facendo. Prova ne è che quest’anno,
per la prima volta dal 1998 Vignette non è riuscita a concludere nessun
contratto per un valore superiore al milione di dollari: la media si è assestata
sui 295.000 dollari.
D’altra parte, sembra che gli investitori si aspettassero questi risultati
perché dalla fine di giugno il valore delle azioni Vignette è diminuito del 23%,
perdendo 45 centesimi di dollaro. Nel tentativo di rassicurare azionisti e
clienti che si tratta di un momento difficile di cui Vignette vittima, Peters ha
sottolineato che i principali concorrenti (Interwoven, Documentum e Stellent)
non hanno guadagnato share e che l’80% dei contratti è ancora appannaggio della
sua azienda.





