Pubblicati i primi risultati dell’Osservatorio sul Wi-Fi del Politecnico di Milano. Circa 16.000 sono gli utenti unici del servizio nel primo trimestre 2004 e 400 gli accessi al giorno
22 aprile 2004 A un anno di distanza dalla nascita “ufficiale”del
Wi-Fi in Italia (sancita dal decreto ministeriale di maggio 2003)
si cominciano a tirare le somme sulla connessione wireless nostrana.
A fare il punto è il Politecnico di Milano che ha pubblicato oggi i
primi risultati dell’Osservatorio permanente sul Wi-Fi,
nato alla fine del 2002 con l’intento di monitorare l’impatto del
wireless fidelity sulle organizzazioni e sui cittadini.
In base ai dati dell’Osservatorio, a fine marzo erano attivi in Italia
circa 800 hot spot (vale a dire i punti di accesso pubblici
per la connessione a Internet senza fili tramite il proprio notebook o palmare).
Erano 450 nel settembre e 650 a dicembre 2003.
Per la fine dell’anno le previsioni degli operatori sono di arrivare a
2.600.
Questi hot spot pubblici sono stati usati da 16.000 utenti unici (cioè
diversi) nel corso dei primi tre mesi del 2004 e sono oltre 400 gli
accessi medi giornalieri rilevati nel mese di marzo 2004.
Come era lecito aspettarsi, la Lombardia è la regione
che concentra il maggior numero di hot spot attivi (195 per la precisione) seguita
a debita distanza dal Lazio (109) e dalla Sicilia
(80). Si noti come la distribuzione sia anche influenzata dalla presenza nella
singola regione di un provider particolarmente attivo (è il caso della
Sicilia).
Nel 46% dei casi, gli hot spot sono posizionati negli hotel/centri
congressi, nei negozi/centri commerciali (20%), nei pubblici esercizi
(12). Gli aeroporti, le stazioni e i porti concentrano il 5% degli hot spot,
ma, attenzione, si parla di unità: il “peso” di questi hot
spot dal punto di vista del mercato potenziale è molto di più.
Il quadro tariffario che emerge dai dati dell’Osservatorio
è variopinto: gli operatori propongono sia tariffe flat
(ore o multipli di ore, abbonamenti giornalieri o mensili), sia a consumo
(da 20 a 100 minuti). La carta prepagata è il metodo
più diffuso, ma le tariffe definite dagli operatori sono molto variegate
. Giusto per dare qualche esempio: la tariffa per 1 ora a consumo prepagata
passa da un minimo di 3 euro a un massimo di 20; 1 ora flat prepagata costa
da 6 a di 9,9 euro. Ovviamente cambiano i servizi connessi alle varie tariffe,
ma è interessante notare come sia ampio adesso lo spettro di prezzo,
«frutto di un mercato ancora in piena evoluzione», commenta
Andrea Rangone del Politecnico di Milano.