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5G, il settore telco rilancia sulla banda 6 GHz

Nonostante il 5G non sia più una novità, si attende ancora una sua implementazione su larga scala, resa sicuramente più complicata anche dalla situazione pandemica che stiamo tuttora vivendo.

Il 2022 sembra però l’anno della svolta per poter parlare non solo degli standard legati al 5G, ma anche dei suoi futuri sviluppi. Secondo le stime dell’associazione GSMA, saranno 276 milioni gli utenti 5G in Europa nel 2025, pari a circa il 40% di tutti gli utenti mobili nel continente. Non è da meno l’Italia, che si vedrà allineata con le altre nazioni europee arrivando a circa 30 milioni e di utenti 5G nel 2025.

 Inoltre, alla luce dell’aumento del numero delle applicazioni (‘To Business’, ‘To Consumer’, ‘To Home’) che si affidano alla connettività 5G e della diffusione di terminali  sempre più all’avanguardia, l’industria delle telecomunicazioni avrà bisogno di maggiore spettro radio per sostenere con successo l’evoluzione del 5G. Ed è proprio per ribadire l’importanza di un pronto dispiegamento delle banda 6 GHz, (700 Mhz, questa la richiesta) da destinare per l’appunto all’evoluzione del 5G, che i principali player globali delle telecomunicazioni – Deutsche Telekom, Ericsson, Huawei, MediaTek, Nokia, Orange, Telefonica, Telia e Vodafone – si sono dati appuntamento lo scorso primo marzo all’evento ‘6 GHz 5G/IMT Spectrum Forum’ nella cornice del Mobile World Congress di Barcellona.

5G, i vantaggi derivanti dall’adozione della banda 6 GHz

Lo spettro 6 GHz (6.425-7.125 GHz) è infatti l’unica opzione come possibile banda primaria per l’evoluzione del 5G in Europa in quanto è in grado di offrire contemporaneamente buone coperture (come dimostrato dai primi test di copertura in campo) e alta capacità (700 MHz potenzialmente disponibili contro i 400 MHz della banda 3.5 GHz).

Inoltre, ne aumenta l’attrattività anche la promessa di migliorare la sostenibilità delle nuove reti, come illustrato da Luiz Felippe Zoghbi della GSMA nel suo intervento: “La sostenibilità è chiave: in caso di insufficiente allocazione di spettro, saranno a rischio i requisiti IMT-2020, occorreranno molte più stazioni base e questo produrrebbe un impatto ambientale molto più elevato in termini di consumo enrgetico e conseguenti emissioni di CO2 (da 1,8 a 2,9 volte più alto). Più spettro mid-band consentirebbe di implementare il Fixed Wireless Access (FWA) a prezzi abbordabili”. Quello della sostenibilità è stato un punto che ha sollevato anche Tariq Al Awadhi della TDRA (Telecommunications and Digital Government Regulatory Authority) degli Emirati Arabi Uniti, Presidente di ASMG (Arab Spectrum Management Group) secondo il quale “come dimostrano i dati della GSMA, uno spettro insufficiente si tradurrebbe in più alti costi di rete e in una maggiore impronta di carbonio”, invocando quindi alla stretta collaborazione tra player e associazioni dell’ecosistema delle telecomunicazioni.

In aggiunta, l’adozione della banda 6 GHz assicurerebbe anche benefici economici pari a 610 miliardi di dollari entro il 2030.

Per tutti questi motivi, c’è grande attesa da parte dell’intero settore per una possibile allocazione della banda 6 GHz per l’evoluzione del 5G (5G Advanced e 6G), già in occasione della WRC-23, la conferenza mondiale sullo spettro radio organizzata dall’ONU che si terrà il prossimo anno. Infatti, secondo quanto affermato da Eric Fournier dell’ANFR (Agence Nationale des Fréquences) francesePresidente dell’RSPG (Radio Spectrum Policy Group), in caso di esito positivo, ciò “aprirebbe nuove possibilità alla diffusione del 5G o al lancio del 6G”, come sostenuto anche da Heidi Himmanen della finlandese TRAFICOM (Finnish Transport and Communications Agency). Dello stesso avviso è anche Daniel Obam del National Communications Secretariat (Kenya), che ha ribadito l’importanza della banda 6 GHz per compensare la mancanza di spettro di mid-band nei Paesi dell’ATU (African Telecommunications Union).

Le diverse applicazioni dello spettro

Lo spettro sarà utilizzato per innumerevoli applicazioni con servizi che spaziano dalla mobilità dei mezzi pubblici e delle auto private fino ad arrivare alla possibilità di utilizzare i droni per migliorare la logistica. A questo proposito, Xu Weizhong, Chief Strategy Officer di Huawei, ha sottolineato l’importanza dei 6 GHz per la connettività outdoor e il ruolo essenziale del 5G nella trasformazione digitale, anche in vista delle implementazioni legate al metaverso. La stessa banda sarà fondamentale nell’ottica del passaggio al 6G. Oggi ci sono circa 200 reti 5G e più del 90% usa le mid-band, ha evidenziato Xu, per poi proseguire: “Le mid-band portano valore al cliente grazie alle alte prestazioni, costi inferiori e consumo energetico minore. Ciò permetterà alle mid-band di avere un ruolo importante anche in futuro, per cui è essenziale poter individuare altre mid-band in Europa, Cina e altrove”.

6 GHz, il rischio di perdita di competitività

Nonostante le diverse sfumature che una mancata adozione della banda 6 GHz possa assumere, gli ospiti intervenuti al dibattito hanno unanimemente riconosciuto un solo rischio principale, ossia la perdita del vantaggio competitivo che l’Europa ha acquisito con la strategia adottata per le frequenze 5G, contesto in cui l’Italia ha avuto un ruolo primario in quanto è stato il primo Paese in Europa ad assegnare le frequenze 3.5 GHz per il 5G e a promuovere le prime sperimentazioni 5G in tale banda.

Ed è proprio perché l’Unione Europea sta supportando il 5G Advanced e il 6G finanziando molteplici progetti di ricerca e innovazione, che prevedono la collaborazione tra il settore pubblico e privato, che si rende necessario accompagnare questi sforzi con un altrettanto ambiziosa politica delle frequenze che porti a una nuova roadmap per la disponibilità dello spettro, a partire dall’individuazione della banda primaria necessaria per guidare il futuro del 5G.

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