2009: 16mila posti di lavoro in meno nell’Ict

Il quarto settore industriale italiano è calato del 4,2%. Per il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, vanno fatti sforzi per preservare le competenze.

Il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, nel presentare i dati del Rapporto 2010, relativi agli investimenti in Ict realizzati in Italia nel 2009, pari a 61,771 miliardi di euro (-4,2%), ha tenuto a sottolineare che si tratta del quarto settore industriale italiano (400.000 addetti e 97.000 imprese), che però è il secondo per l’alta incidenza di addetti laureati (il 30% del totale).

Si tratta, quindi, di competenze qualificate che vanno preservate perché portano innovazione.

L’Associazione è costantemente impegnata a monitorare l’andamento del mercato, per cui in base a una recente survey condotta presso 40 dei propri associati è emerso che c’era più ottimismo nel novembre 2009 che non a gennaio 2010.

Si è calcolato che a fine 2009 il settore abbia perso 16.000 posti di lavoro, mentre la stima per l’anno in corso parla di 8.000 posti in meno, per cui l’emorragia dei dipendenti si dovrebbe arrestare, ma continua invece a colpire i consulenti esterni, soprattutto presso le grandi imprese, che prevedono un calo del 54,5%.

Anche per il 2010 l’Associazione si è posta degli obiettivi, volti a tutelare un’industria, l’It, che produce beni (immateriali) e prodotti innovativi, e che è il perno per aiutare le imprese a sviluppare processi innovativi, che sono alla base dello sviluppo competitivo del Sistema Paese.

Per questo sta proponendo di incentivare la rottamazione di software obsoleti, affinché le imprese siano stimolate a sostituire i vecchi software proprietari con applicazioni di nuova generazione, che consentono di diminuire i costi di manutenzione e di sviluppare applicazioni più legate al business.

Come ha osservato Angelucci, ogni euro di contributo ricevuto genera un miglioramento dei livelli occupazionali 2,5 volte più efficace degli contributi dati al settore auto.

Altre iniziative in corso riguardano un accordo con un istituto bancario per ottenere finanziamenti da dare alle imprese che investono in It (compresi i beni immateriali software e servizi).

Ha inoltre attivato un gruppo di lavoro per analizzare il problema del downpricing delle tariffe It relative ai servizi, che in Italia sono particolarmente penalizzanti per chi li offre e anche per chi li riceve.

Infine, va incentivata la ricerca e sviluppo per valorizzare le tante realtà di valore in Italia e stimolarne l’aggregazione, anche a livello territoriale, in modo da riuscire a creare delle sinergie su soluzioni e prodotti, che ne consentano anche la presentazione sui mercati internazionali.

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