Symantec e Veritas, prima la convivenza poi il vero matrimonio

Il Ceo di Symantec Jim Thompson ci ha spiegato come sta evolvendo l’integrazione delle due aziende, sia a livello commerciale sia tecnologico, sottolineando che non sono previsti licenziamenti

«In un’impresa i sistemi software e hardware per la
sicurezza devono cooperare  al meglio per assicurare il massimo livello di
protezione dei dati. Per questo nove mesi fa abbiamo deciso che dovevamo
completare la nostra offerta con prodotti che ancora non avevamo a listino. E
secondo la strategia aziendale, abbiamo seguito la via dell’acquisizione». Sono
queste le parole con cui John Thompson, Ceo di Symantec spiega la fusione con
Veritas completatasi lo scorso luglio.


L’integrazione delle due società richiederà un periodo di assestamento che
Thompson non è in grado di quantificare nel dettaglio, ma che stima non essere
meno di 12-18 mesi. Però tiene a specificare che questo lasso di tempo non verrà
impiegato per studiare quante persone licenziare al fine di ottimizzare i costi.
La nuova Symantec annovera ancora tutto il personale presente in precedenza
nelle due aziende distinte, per un totale di circa 15.000 dipendenti. «E quando
avremo completato l’integrazione ritengo che globalmente non saranno più di
500-600 le persone che avranno lasciato l’azienda. Il nostro obiettivo non è di
licenziare ma di sviluppare al meglio il business e in questo senso le persone
sono un fattore strategico».


Nel matrimonio tra le due società, Symantec porta in dote “i dati” mentre
Veritas porta “i building block” e ci vorrà un po’ perché i due elementi
dialoghino nel migliore dei modi. Per questo Thomspon ritiene che i primi sei
mesi successivi alla fusione servano per capire come operare in mod congiunto,
sia dal punto di vista tecnologico sia da quello commerciale. Successivamente si
punterà al riallineamento della forza vendita, del supporto e di tutti i
servizi. I primi prodotti nati in seno alla nuova Symantec arriveranno solo
nella seconda metà del prossimo anno a fronte della nascita di una nuova
architettura.


Thompson ha evidentemente le idee ben chiare sul da farsi e su come
raggiungere i risultati che si era prefissato. Poco importa se la borsa non ha
premiato le sue decisioni. «Quelli sono discorsi da analisti – dice -. Io devo
assicurare fatturato e crescita alla mia azienda e la strada che abbiamo
intrapreso sono sicuro che sia quella giusta».


Symantec ha colto l’occasione dell’incontro con John Thompson per presentare il nuovo
country manager per l’Italia che è Marco Riboli, ovvero la stessa persona che
ha avviato la filiale Veritas nel nostro Paese. Riboli non si è lasciato sfuggire
l’occasione per sottolineare che, nei primi tre mesi della sua gestione, in
Italia il personale della “nuova Symantec” è già cresciuto del 10 per
cento.

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