Stati Uniti: gli schiaffi sono sei

Dopo la “legge dei tre schiaffi” francese, anche gli Stati Uniti danno il via libera ad una normativa che punisce gli utenti che si macchiano di ripetute violazioni del copyright.

Dopo l’approvazione della legge HADOPI in Francia, altrimenti conosciuta come “legge dei tre schiaffi”, anche gli
Stati Uniti danno il via libera ad una normativa che punisce gli utenti
che si macchiano di ripetute violazioni del copyright
. A
partire dai prossimi giorni, i provider Internet statunitensi dovranno
iniziare ad inviare delle contestazioni ai clienti che scaricano
illecitamente brani musicali e titoli cinematografici. Il numero massimo
di ammonizioni che un individuo potrà ricevere sarà pari a sei (tre in
Francia): nel caso in cui le violazioni venissero reiterate,
diversamente da quanto accade Oltralpe, l’utente potrebbe subire una
penalità variabile.
Variabile perché, stando alle notizie giunte
dall’altro versante dell’oceano, non c’è ancora uniformità tra i vari
provider circa il “trattamento” riservato a coloro che, ignorando tutti
gli avvisi, contineranno a scaricare manteriale protetto dal diritto
d’autore. Verizon (uno dei più famosi fornitori d’accesso negli USA)
ridurrà al minimo la banda utilizzabile; AT&T dovrebbe invece
bloccare l’accesso ad alcuni tra i più popolari siti; Time Warner Cable
potrebbe bloccare – almeno temporaneamente – l’accesso ad Internet. In
ogni caso, diversamente rispetto alla misura applicata in terra
francese, la disconnessione non avrà valore definitivo.

La prima
bozza dello schema normativo era stata annunciata nell’estate 2011 ed
oggi entra ufficialmente in vigore negli States, sotto la spinta di MPAA
e RIAA – associazioni che promuovono gli interessi degli studi
cinematografici e delle case discografiche – e grazie alla
collaborazione dei cinque più grandi provider Internet.

D’ora in avanti, comunque, un’organizzazione appena costituita (Center for Copyright Information) avrà titolo per monitorare ciò che accade sui principali network peer-to-peer ed inviare ai provider l’elenco di indirizzi IP sorpresi ad effettuare il download di materiale soggetto a copyright.

Ancora
una volta, come sempre accade quando vengono approvate misure simili,
alcuni hanno ricordato come gli utenti possano comunque proteggere la
loro privacy e sottrarsi ad attività di monitoraggio. Con riferimento
alla rete BitTorrent, infatti, è sufficiente utilizzare una VPN, un
proxy server od una seedbox per sfuggire alle maglie dei “controllori”.

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