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Skill e competenze. Questa è Industria 4.0

Industria 4.0 non è solo tecnologia, anzi. E’ soprattutto altro e coinvolge il mondo del lavoro dal punto di vista contrattuale e da quello della ridefinizione delle competenze. E’ il tema indagato da un report di Accenture “Harnessing revolution” presentato nei giorni scorsi al World economic forum di Davos.
Tre i principi sui quali si basa il report. Il primo è quello secondo il quale bisogna accelerare sul fronte della definizione di nuovi skill, il secondo spiega che occorre ridisegnare il lavoro per sbloccare il potenziale umano e infine il terzo sottolinea che è necessario stressare la pipeline dei talenti fin dalla sua origine.

Le competenze oggi non fondamentali

Secondo il rapporto di Accenture entro il 2020 oltre un terzo degli skill richiesti verranno da competenze che oggi non sono ancora considerate fondamentali. Ma non bisogna cadere nell’errore di immaginare un futuro catastrofico. E’ ovvio che ci saranno disagi ma occorre fronteggiare la situazione. Per questo Mara Swan di Manpower group spiega che il Ceo deve trasformarsi un chief learning officer spendendo più tempo per imparare. Prendendo in esame le economie di Germania, Stati Uniti e Uk, Accenture stima che il rischio derivante dalla perdita di posti di lavoro a causa della digitalizzazione subirà una forte diminuzione nel 2035. Contemporaneamente l’intelligenza artificiale viene indicata come il fattore potenziale che può portare al raddoppio della crescita economica con un balzo della produttività del 40% nei 12 paesi esaminati. “Le stime per l’Europa dicono che l’incremento di un punto percentuale dei giorni di training generano tre punti percentuali di aumento della produttività. In generale la crescita della produttività attribuibile alla fomazione si aggira sul 16%”. Accenture poi dà un occhio alle competenze del vertice che non è escluso dalla ridefinizione degli skill. In generale nei board solo il 10% delle persone ha esperienza in campo tecnologico In più per gestire questa era di technology disruption c’è bisogno di nuove capacità di leadership, della capacità di gestire in orizzontale la gerarchia, di curiosità intellettuale., di nuova creatività e nuovi modi di pensare.
At&t, per esempio, si è trovata di fronte a una mancanza di competenze per quanto riguarda cloud, coding e data science. Per questo motivo ha lanciato il programma “Workforce 2020” per riqualificare 140.000 persone in nuovi ruoli.

Verso industria 4.0 con un obiettivo: apprendere, apprendere, apprendere

L’apprendimento deve essere la nuova way of life soprattutto per i più giovani visto che le stime indicano che il 65% dei bambini di oggi farà lavori che attualmente non esistono. E per supportare questo cambiamento epocale bisogna utilizzare le nuove tecnologie. Il digitale per insegnare il digitale è una delle linee guida che passa per esempio attraverso i massive open line course ma anche i wearable. E’ quanto ha fatto Airbus che ha equipaggiato i lavoratori della A330 final assembly line con device mobili e wearable per aumentare la produttività, migliorare la qualità del servizio e in defnitiva per rispamiare costi. Ridisegnare il lavoro per sbloccare il potenziale umano è la seconda area di intervento indicata da Accenture che suggerisce l’adozione di un modello flessibile per i dipendenti perché le strutture rigide e formali non supportano più la velocità del cambiamento imposta dalla digitalizzazione. Puntare sul design collaborativo e non cercare di gestire l’intera organizzazione e abilitare il cambiamento attraverso ecosistema e piattaforme sono gli altri passaggi necessari per affrontare la quarta rivoluzione industriale. Infine c’è l’area dei talenti, della coltivazione delle potenzialità. Per questo in Francia nel 2015 è stata avviata una partnership fra l’agenzia nazionale del lavoro e Open classroom per il libero accesso ai corsi online con centinaia di lezioni disponibili. Anche il governo di Singapore ha cercato di avere un ruolo attivo nella formazione dei concedendo uno stipendio di 500 dollari ai ragazzi per il loro sviluppo professionale.
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