Home IoT Siemens: la vera sfida industriale è la digitalizzazione

Siemens: la vera sfida industriale è la digitalizzazione

Siemens punta ad avere il primato nella digitalizzazione industriale. Lo fa percorrendo una strada che, come ha detto l’Amministratore delegato Federico Golla, «non ha vie di ritorno. Se qualcosa non funziona si rimane indietro. Noi stiamo studiando i competitor. Vediamo che c’è molta agitazione nel classico mondo dell’automazione. Ma c’è il mondo ICT che si affaccia. Con loro dobbiamo capire come si crea il mercato e poi competere».

Siemens 2017 Golla digitalizzazione

Nel commentare i dati di bilancio di Siemens, Golla smorza gli entusiasmi (fatturato mondiale 2016 a 79,644 miliardi di euro, più 6%, fatturato italiano +7%, a 1,9 miliardi di euro): «sì, bel risultato, ma i record che più ci interssatno sono quelli che verranno, non quelli acquisiti. E la digitalizzazione sarà il nostro record».

L’azienda prosegue la strategia 2020, che porterà alla fabbrica intelligente e sostenibile.
Le attività legate all’elettrificazione nel mondo crescono fra l’1 e il 2%, e cuba 42 miliardi, l’automazione avanzata cresce del 3% e vale 18 miliardi. Il resto pertiene già alla sfera digitale, e cresce a doppia cifra,del 12%.

Dal digitale alla digitalizzazione

«Il passaggio dall’analogico al digitale ormai c’è stato – ha detto Golla – Ora passare dal digitale alla digitalizzazione industriale è più complesso. E la parte che rimane da fare se vogliamo è la più difficile, ma anche la più divertente. E la faremo».

Stiamo parlando non tanto di Industria 4.0, ma di smart grid, smart building, smart manufacturing, con dentro il 3D printing. «Industria 4.0 riguarda una componente, il manufacturing – spiega Golla -. Altro sono le infrastrutture, e quindi la parte smart».

E l’ad di Siemens, retoricamente, si fa una domanda dando anche la risposta: «Perché tuttio abbiamo cominciato a parlare di digitalizzazione solamente nel 2016? La risposta è complessa. Anni fa abbiamo iniziato a introdurre device, prima di tipo IT, poi ICT. Ma ci mancava una cosa fondamentale, ossia la comunicazione fra i device. Che ora viene fatta dall’IOT. È questa la porta di ingresso nella digitalizzazione».

IOT con il software, in cloud

Quindi stiamo parlando di software e di servizi. E di tanta ricerca e sviluppo, che quest’anno passerà da 4,7 (5,9% sul fatturato) a 5 miliardi di euro.

«MindSphere è il nostro sistema operativo per IOT, in cloud – dice Golla -. MindSphere è aperto, sia alla flotta del nostro installato, sia ai device terzi. Alla fine della catena ci sono le app, per la gestione, che verranno prodotte per i clienti. CHi fa IOT deve poter parlare con qualsiasi device, altrimenti non è IOT».

Industria 4.0 va contestualizzata

Alla fine, a uscire ridimensionato pare essere proprio il ruolo centrale propulsivo di Industria 4.0.

«Industria 4.0 nasce sull’industria discreta, come il settore automotive, per il quale è il miglior modello cyber-fisico. Qui mette in atto tutti i vantaggi, a partire dal go-to-market. Maserati, per esempio, è passata da 30 a 18 mesi per sviluppare un modello. Nella produzione di processo le cose cambiano. Il limite, poi, è la dimensione delle industrie italiane. Quelle nostrane sono piccole e medio piccole, non abbiamo le medio grandi».

Ancora più esplicitamente, «oggi non si può proporre a chi fattura due milioni di euro all’anno un investimento di un milione».

Allora che si può fare concretamente nel nostro Paese? «Stiamo guardando al food and beverage, settore nazionale che dalla manufacturing execution può estrarre valore. Stiamo studiando un concetto light, in cui applicare una parte della catena del valore».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php