Nel 2001 crollano del 32% le vendite di chip a livello mondiale

Stando al World Semiconductor Trade Statistics industry group la causa principale sarebbe la drastica riduzione dei prezzi dei componenti dovuta al rallentamento delle vendite di pc e dispositivi digitali

Le vendite dei semiconduttori dovrebbero passare
dai 204 miliardi di dollari registrati nel 2000, ai 139 miliardi attesi per
l’anno in corso.
Lo sostiene una recentissima previsione a cura del Wsts,
gruppo di cui fanno parte circa il 90% delle società che operano nell’industria.


Solo lo scorso maggio, il World Semiconductor Trade Statistics industry
group aveva pronosticato un crollo delle vendite pari al 14% che avrebbe portato
le vendite dei chip a quota 177 miliardi di dollari.

E intanto per
rispondere alla crisi che ha colpito il settore, società come Royal Philips
Electronics – numero tre del mercato dei produttori di chip in Europa – e la sua
rivale Siemens stanno tagliando migliaia di posti di lavoro.

Sempre
secondo Wsts, la domanda di semiconduttori nel 2001 dovrebbe crollare del 44%
nel mercato statunitense, del 23% in quello dell’Asia Pacifico e del 27% in
Giappone. In Europa le previsioni parlano di un -31%.

Il gruppo
industriale conta comunque di poter registrare un moderato miglioramento nel
corso del quarto trimestre di quest’anno. Un risultato che, seppur
scarno, dovrebbe essere di buon auspicio per i primi mesi del 2002 in
cui la crescita è prevista aggirarsi intorno ai 2,6 punti
percentuali.

Molto probabilmente, però, le vendite di Ram per quest’anno
registreranno una drastica riduzione pari al 61% che porterà le vendite dai 28,8
miliardi registrati un anno fa, ai previsti 11,3 miliardi.

Ma non sarà
sempre così. Dopo questo scivolone, i ricavi dovrebbero tornare a crescere fino
a raggiungere i 18,7 miliardi di dollari entro il 2004, il 65% in più rispetto
ai risultati attesi per l’anno in corso.

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