Linux, i tempi d’adozione di Gartner

Con il suo Hype Cycle, la società di analisi offre una visione dettagliata sulle diverse fasi di utilizzo e i numerosi benefici che il sistema operativo open è o sarà presto in grado di offrire.

Linux è veramente un’alternativa attuale allo strapotere di Windows o è meglio aspettare nuovi sviluppi?
 E in quali aree il sistema operativo del pinguino ha già preso piede, in quali è diventato uno standard e in quali, invece, non ha ancora trovato un riconoscimento condiviso?

Una risposta autorevole a queste e altre domande simili la possiamo trovare in uno studio piuttosto corposo, realizzato da Gartner, intitolato Hype Cycle for Linux 2007, a cui rimandiamo il lettore interessato a un’analisi più approfondita del tema. Vale la pena chiarire che questi Hype Cycle, nonostante il nome un po’ ostico, non sono altro che un modo per rappresentare la “visibilità” di una data tecnologia, ossia l’interesse dei media e degli analisti, e le aspettative dei possibili utenti, in cinque periodi consecutivi che Gartner indica in modo fantasioso.

Le 5 fasi da percorrere
Il primo periodo è chiamato dello “Stimolo della tecnologia”, seguito dal “Picco delle aspettative eccessive” e dalla “Valle delle disillusioni” dove si raggiunge il minimo di visibilità. Da qui si riparte con la fase “dell’Ascesa verso la luce” per raggiungere “l’Altopiano della produttività”. Nel primo periodo, quello in cui c’è la pura disponibilità di una nuova tecnologia a suscitare l’interesse degli utenti, troviamo i desktop di tipo “consumer”. Ciò sta a indicare che qui ci sono tutti quegli utenti casalinghi che sono attratti da Linux per una pura e semplice curiosità.
Il periodo successivo è quello degli entusiasmi, spesso fuori luogo, che si manifestano quando una tecnologia comincia a prender piede e a essere usata in azienda.
Qui Gartner colloca i server con un numero di processori da 16 a 64 e le architetture Risc. Altri utenti sono già arrivati alla terza fase, quella della disillusione. Vi troviamo chi ha voluto migrare prematuramente ad applicazioni open source non del tutto mature, chi ha scelto un desktop Linux per l’ufficio, magari affidandogli funzioni critiche.
Nelle due fasi successive gli utenti cominciano a vedere la fine dei loro problemi, a partire da chi usa Linux sui server da otto processori o a supporto dell’architettura Itanium di Hp o dei mainframe Ibm della serie Z, che già può ricavare qualche soddisfazione. Infine, troviamo gli utenti beati del loro sistema Linux: sono quelli che lo usano a supporto del loro storage in Lan, dei loro cluster di calcolo tecnico e delle loro infrastrutture di rete.

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