La videoconferenza che verrà

In attesa che l’universo alberghiero apra alle nuove tecnologie legate alla connessione Ip, Tandberg propone tramite canale soluzioni per sale riunioni, ma anche mezzi visivi e comunicativi di alto impatto

«Il mercato alberghiero? Non guida di certo la lista dei settori più profittevoli, ma le limitazioni nella connettività non sono più così evidenti come nel passato. Si lavora sempre di più su Ip e cresce la disponibilità delle linee Adsl». Il quadro tracciato da Paola Pietrucci, channel manager di Tandberg Italia, riguarda la videoconferenza, ambito core nel business dell’azienda norvegese, anche se in settori quali Finance, Insurance, Government e altro.
«Si tratta comunque di un servizio che il mondo degli alberghi in generale comincia a considerare sempre più spesso fra quelli da proporre alla propria clientela». Non solo aziendale, si spera. Già, perché i trend di crescita di questo mercato indicano nuove necessità, per nuovi utilizzatori. «Persone in continuo movimento o che semplicemente – spiega Allan Bjornstad, vice president products and services di Tandberg – hanno la fidanzata dall’altra parte del mondo e che, grazie ai sistemi di videoconferenza anche su pc client, possono virtualmente dialogare meglio».

Non più, o non solo, dunque, comunicazioni aziendali per presentazioni o business meeting, ma risposte a esigenze crescenti proposte sul mercato attraverso un limitato canale di business partner speculare a quel che avviene negli altri Paesi europei e del mondo in cui il produttore norvegese è presente.
«Si tratta di integratori che lavorano in sinergia con i nostri commerciali per proporre soluzioni sempre più complesse – spiega ancora Pietrucci ‑. Anche per questo siamo estremamente selettivi, visto che l’offering di Tandberg si è allargato negli anni passando dagli end point classici agli apparati di infrastruttura che permettono di allargare il discorso della videoconferenza sulla rete connettendo più utenti fra loro. La scelta delle aziende partner a livello locale – prosegue la manager – è determinata da fattori quali la copertura geografica e le competenze specifiche che sono in grado di assicurare (nella videoconferenza, per esempio, ma anche nel networking). E poi i classici rivenditori audio/video, in grado di allestire le sale, e i carrier, che possiedono un approccio e una specializzazione diversa».

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