Ibm al lavoro per reti di utility più intelligenti

La casa di Armonk preme l’acceleratore sui dispositivi e le tecnologie per ottimizzare la gestione delle infrastrutture di distribuzione delle risorse ambientali e dell’energia

Non potrebbe esserci un’occasione più adatta, in una fase dell’economia, della storia e della cultura umana segnata da un così profondo processo di globalizzazione, per avviare una nuova rivoluzione tecnologica mondiale, indirizzata a ottimizzare la gestione delle risorse ambientali ed energetiche (acqua, gas, elettricità), che oggi assurgono a un ruolo ancora più importante, soprattutto nel quadro di una preoccupante scarsità in rapporto alla crescente domanda. Ibm sottolinea questi temi e sta lavorando nel settore attraverso la messa in campo di quella che chiama una strategia per costruire un pianeta più “intelligente”. Come? Oggi i continui progressi in elettronica e informatica rendono chip, sensori e circuiti di elaborazione dati integrabili non soltanto in un numero crescente di processi e ambiti industriali e aziendali, ma anche in molti dispositivi, apparecchi o elettrodomestici usati comunemente.

Tutta questa intelligenza embedded nell’ambiente, e il patrimonio di dati e informazioni che produce, se gestita in maniera integrata è in grado di generare molta efficienza sul controllo dei processi. «Oggi, le cose in sé diventano più intelligenti – spiega Gianluca Bogi, direttore Communications Sector di Ibm Italia – ma se le mettiamo insieme, il tutto diventa ancora più smart».

E porta ad esempio alcune realtà dove la tecnologia è complessa, come i sistemi finanziari, le reti di distribuzione o i sistemi di analisi del clima. Poi aggiunge: «Fare il passo di mettere tutte queste cose a fattor comune è un tragitto culturale e di civiltà». Ma ottenere il risultato finale della “circolarità del dato” è una sfida che si può vincere solo con la capacità di trasformare la gestione di molti processi in vari settori, in cui ancora permane una profonda inefficienza. Questa capacità, dice Bogi, Ibm ritiene di averla per una principale ragione di fondo. Ed è che possiede tutte le competenze tecnologiche necessarie: ha la capacità di progettare chip elettronici a basso consumo di energia, ma ha anche il software di controllo, assieme a una visione consulenziale e ai servizi tecnici indispensabili per sviluppare un progetto di reingegnerizzazione e integrazione di queste isole tecnologiche dal principio alla fine.

Le reti di telecomunicazioni e di gestione dell’energia costituiscono “la base della base” su cui fondare infrastrutture più intelligenti. Tratteggiando una similitudine, Bogi ricorda: come le tradizionali reti telefoniche si sono evolute nel tempo, diventando moderne infrastrutture digitali in grado di trasportare e gestire qualunque tipo di contenuto (voce, dati, video), anche le reti di distribuzione dell’energia elettrica stanno seguendo lo stesso processo, arricchendosi di sensori e contatori intelligenti, ormai necessari per analizzare e misurare flussi di energia che non vengono più prodotti a senso unico, ma possono essere generati da enti e fornitori diversi con diversi punti di accesso o, ancora, derivare da fonti differenziate, comprese quelle rinnovabili, come l’energia solare o eolica. Si tratta di un’evoluzione che coinvolge anche gli utenti finali, che oggi hanno la possibilità di autoprodurre il proprio fabbisogno, immettendo nella rete stessa l’energia inutilizzata. L’intelligenza della rete permette anche di fornire in tempo reale informazioni dettagliate sui consumi di energia e di produrre una fatturazione più accurata.

Vantaggi di gestione

L’elemento unificante di questo modello di gestione è la “smart grid”, una rete in grado di controllare in maniera costante e automatizzata tutti i consumi e gli eventi sulle diverse infrastrutture di fornitura. Una tale capacità di controllo in concreto significa diverse cose: ad esempio individuare in tempo reale guasti e anomalie di funzionamento e intervenire tempestivamente; ma anche prevenire i problemi attraverso un costante monitoraggio dei punti critici. I primi progetti di reti intelligenti, assicura Ibm, stanno già aiutando a ridurre le bollette del 10% e i picchi di consumo degli utenti finali del 15%, grazie alla capacità di indirizzare le loro abitudini programmando una gestione più consapevole e proponendo offerte mirate in funzione dei profili di consumo. Vantaggi fondamentali sono naturalmente ottenibili anche ottimizzando i carichi in settori come quello aziendale o della Pubblica amministrazione.

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