Più Libri Più liberi propone quest’anno un programma di incontri professionali ampio e adatto ad affrontare la crisi dentro la crisi dell’editoria italiana. Al centro c’è l’ebook e il finanziamento.
Dopo tre anni difficili, l’editoria italiana s’è trovata a dover assommare nuovi problemi con quelli tradizionali, in un quadro complessivo piuttosto fosco. La digitalizzazione ha infatti portato in primo piano la competizione internazionale, con la quale i nostri operatori devono ora confrontarsi.
Un valido supporto è il programma professionale offerto dall’edizione 2013 di Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria italiana che si tiene a Roma dal 5 all’8 dicembre.
Nell’ottica del fare, infatti, la XII edizione dell’evento ha organizzato un ciclo di convegni, incontri, roundtables e workshop articolato sui quattro giorni della manifestazione e rivolto ad operatori di tutte le componenti della filiera. Tra gli argomenti il pricing, i nuovi modelli di business (dalle piccole librerie ai temporary shop), l’e-commerce e le linee di finanziamento. Alcuni seminari saranno più tecnici, come Accessibilità e standard nel Digital Publishing (con elementi di ePub3), Come promuoversi sui social network (evento aperto a tutti) e Migliorare i metadati in 5 mosse (sabato 7 dicembre ore 12).
Un fil rouge sembra poi unire alcune iniziative: Dateci credito!, per trasformare un catalogo cartaceo in digitale e finanziarlo, quasi con la logica delle startup; C’è un bando per te a Bruxelles e Quando l’on-line vale l’11%, tutte dai nomi esplicativi.
Vedere il mercato
Nella giornata d’apertura s’è tenuto, tra gli altri, il workshop sull’accessibilità nel digital publishing, tenuto da Cristina Mussinelli (Aie) e Giulia Bussotti (Lia). Tenere in considerazione le necessità di chi ha qualche difficoltà di fatto è un doppio vantaggio, perché alza la qualità della proposta per tutti i lettori e perché permette di entrare in un mercato dalle cifre piuttosto interessanti. Il progetto Libri Italiani Accessibili ha iniziato i lavori nel gennaio 2011, grazie ad Aie, Ediser e mEDRA che si erano aggiudicate il contributo legge 296/2006 del Mibac. Gli ipovedenti sono lettori molto forti: una recente indagine assegna una media di 9 titoli annui letti dai 362 mila non vedenti e dal milione e mezzo di ipovedenti, il triplo della media nazionale. “Una iniziativa importante è stata rendere accessibili i pagamenti on-line”, ha detto Cristina Mussinelli, “poiché le procedure di base non lo erano”. Lia fornisce linee guida e supporto per rendere gli ebook accessibili a tutti, anche a chi ha difficoltà nella vista o nell’udito. Il seminario è entrato nello specifico della produzione di ebook in ePub 2 e verso l’ePub 3, mostrando che oggi come oggi la produzione di titoli elettronici italiani è di qualità bassa. La maggior parte dei problemi sarebbe risolta a priori da una corretta impostazione dell’ebook, già oggi in ePub2: “basti pensare che molti ebook sono sviluppati senza modificare la lingua predefinita, che in genere è l’inglese“, ha detto Giulia Bussotti, “per cui il testo viene letto con accento esotico dai software di sintesi vocale, ma comunque sillabato male anche per chi possa leggere”.