È stato presentato in anteprima alla stampa a Milano l’Accenture Liquid Studio, quarta struttura per l’innovazione della società di consulenza di business, dopo quelle attivate nella Silicon Valley a marzo e a Parigi e Francoforte a settembre. Ne seguiranno altre in varie aree mondiali.
L’Italia è dunque fra le principali realtà economiche in cui Accenture vuole portare il proprio nuovo concetto di centro per fare innovazione. Il centro milanese sarà inaugurato nei prossimi giorni.
Innovazione fruibile subito
Lo ha descritto Alessandro Marin, Accenture Technoloy Senior managing director per Italia, Europa Centrale e Grecia: «L’innovazione deve essere fruibile, subito. Per questo serve un nuovo concept di centro, che consenta un’esperienza immersiva per accelerare il percorso verso il digitale».
La struttura creata presso la sede Accenture di Assago (Milano) risponde a un percorso di intersezione fra business, tecnologia e persone: «la tecnologia ormai è business – ha detto Marin -. Nel 2020 l’85% di applicazioni con cui si lavore oggi ancora non esistono. Un ulteriore elemento è la velocità di azione. E poi la creatività: non esistono soluzioni predefinite».
Entrare con un’idea, uscire con un prototipo
Ecco perchè nel Liquid Studio si fa design thinking: «i clienti non necessariamente devono venire con idee di business fatte e finite. Noi diciamo alle aziende: entrate qui con un’idea, uscite con un prototipo».
Gianluca Secondi, Managing Director Accenture Technology per le piattaforme e le architetture ha disegnato il quadro di business in cui si inserisce il Liquid Studio. Ha sottolineato come il 60% di iniziative di trasformazione digitale fallirà per mancanza di un’architettura adeguata, come la metà della spesa IT l’anno prossimo sarà su cloud e già 7 server su 10 oggi vanno ai cloud provider.
Lo sviluppo software convergerà sui servizi cognitivi nel 2018, per lavorare con tecnologie di Intelligenza artificiale, robotica, Internet of Things, e integrarsi con le piattaforme public cloud di Amazon, Google, Apple.
Le competenze per la rapidità
Per stare nel business liquido servono nuove competenze, da accedere, formare e convertire. Ogni anno, ci ha detto Marin, Accenture Technology ne forma internamente 1.000 di interni («anche se il legacy non scompare: sarà il nostro business ancora per vari anni»).
Ma qui si tratta di imprimere una diversa rapidità al ciclo progettuale: «la fase iniziale di comprensione delle idee e delle esigenze dei clienti – ha detto Secondi – deve avvenire in pochissimi giorni. E in poche settimane si deve arrivare alla soluzione. L’arco di lavoro è quello end to end».
Il Liquid Studio inizia il proprio percorso con 8 contesti di offerta (Intelligenza artificiale, architettura liquida, applicazioni nel futuro, per metter il mainframe su cloud, sicurezza, nuov testing, passaggio al cloud, mobile di nuova generazione, Devops, per cui sono già disponibili 20 demo.
I clienti possono beneficiare inoltre del ricco ecosistema di alleanze che Accenture ha consolidato da tempo con realtà come Amazon Web Services, Google con la Cloud Platform, Ibm, Oracle, Microsoft (anche con Azure), Salesforce e Sap.
A disposizione in Italia ci sono in totale 35 sviluppatori esperti (fra le sedi di Milano e Napoli), con cui i clienti che accedono al centro possono fare sin da subito design thinking, fast prototyping e sviluppo rapido di applicazioni.
Sviluppo serverless e servizi cognitivi saranno ovviamente il pane.
Nel centro si lavorerà appena varcata la soglia, con strumenti di collaboration come Surface Hub, ma soprattutto con competenze mentali aperte all’approccio del design thinking, che punta a inventare il futuro, rompendo le ortodossie aziendali e di prassi di business.
Al di là delle impostazioni filosofiche, il fine è avere prototipi reali in breve tempo, che possano concretizzarsi in prodotti/servizi immediatamente fruibili.
