Abolizione del Sistri: non è detta l’ultima parola

Rivedere la cancellazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi: lo chiede la Commissione Ambiente del Senato che si appella alle normative europee e alla lotta contro le ecomafie e l’evasione fiscale.

Nonostante il Decreto legge 138/2011 entrato in vigore lo scorso 13 agosto abbia disposto la soppressione del Sistri, non è ancora arrivato il momento di scrivere la parola “fine” sull’abolizione del tanto contestato sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi. Stando alle ultime notizie, entro il 18 settembre, il Governo potrebbe rivedere le decisione inserita nella recente manovra finanziaria bis in merito alla sua cancellazione, al momento al vaglio del Senato.

La richiesta di fare marcia indietro arriva con un emendamento a opera della Commissione Ambiente del Senato che, in tal senso, ha espresso un parere netto, secondo il quale “in passato, il ritorno al sistema cartaceo affidato al principio di autodichiarazione non ha saputo evitare quell’assoluta incertezza intorno alla sorte definitiva di ingenti quantitativi di rifiuti”. Il che non ostacola solo la tutela della salute pubblica minacciata dal racket dello smaltimento illecito dei rifiuti gestito dalle ecomafie, ma renderebbe anche meno efficiente la lotta all’evasione fiscale.

D’altro canto, gli anni di sperimentazioni giudicate costose e fallimentari restano sotto gli occhi di tutti, tanto che la proposta di Antonio D’Alì, in qualità di presidente della già citata Commissione, parla di attivare il sistema a partire dal 1° gennaio 2012, lasciando ancora spazio a una serie di migliorie tecniche dopo il flop registrato negli scorsi mesi all’atto della sperimentazione che avrebbe dovuto anticipare l’entrata in vigore dal 1° settembre per le imprese dell’autotrasporto e per le grandi aziende che producono rifiuti.

Ciò detto, dalla sua il Sistri non ha solo il pieno appoggio del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che in una nota ha chiesto al Parlamento di “rivedere un atto di miopia politica“, ma anche le indicazioni chiaramente espresse dall’Unione europea in merito ai sistemi di tracciabilità dei rifiuti.

Stando così le cose, qualora la proroga al 2012 diventi realtà, il Sistri dovrà senza dubbio passare da una fase di sperimentazione a livello software per correggere gli errori del sistema attuale, introducendo procedure diverse e adempimenti più semplici per le imprese che trattano rifiuti non pericolosi. O, al contrario, abolire in toto un sistema che, a quel punto, vedrebbe sicuramente fioccare le richieste di rimborso delle quote versate dalle centinaia di imprese già iscrittesi al Registro. 

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