A Smau la Regione diventa virtuosa

Regioni e territori responsabili di nuovi progetti di innovazione, nei quali il focus sia sul partenariato tra pubblico, enti di ricerca e imprese. Un nuovo osservatorio del Politecnico, una griglia in sei punti. E Formigoni torna a parlare di banda larga.

C’è un grande focus sulle Regioni e sui territori nella sessione inaugurale della quarantottesima edizione di Smau.
Perché, come spiega Antonio Macola nel suo discorso introduttivo, in un mondo nel quale “innovare è una necessità” all’Ict nel suo insieme spetta il compito di fornire a imprenditori e manager gli strumenti necessari alla trasformazione del business.
“Ed esiste una ricetta italiana per l’innovazione nelle imprese – prosegue Macola – che poggia su due pilastri comuni: da una parte i grandi player Ict internazionali che aggregano attorno a sé partner sul territorio, dall’altro le Regioni, attraverso gli assessorati alle attività produttivo, che devono contribuire realizzando infrastrutture abilitanti e dando il loro sostegno alla cultura e all’innovazione”.

I tempi non sono facili, ricorda a sua volta Umberto Bertelè, presidente della School of Management del Politecnico di Milano, che evidenzia come rispetto allo scorso anno, quando già si diceva che all’uscita dalla crisi nulla più sarebbe stato come prima, è aumentata l’incertezza: c’è pericolo di un nuovo credit crunch, i tagli alla spesa sono significativi, la disoccupazione è sempre più elevata.
“In questo scenario l’Ict può fare moltissimo per le imprese e per la pubblica amministrazione, non semplicemente in termini di risparmio rispetto sulla spesa, ma soprattutto in termini di miglioramento dei servizi. In questo scenario i territori hanno un ruolo molto importante. Anche perché nel nostro sistema-Paese ci sono moltissime aree di arretratezza, tanto nel sistema delle imprese, tanto nella pubblica amministrazione, che si traducono in altrettante e potenziali aree di intervento. Purché vi sia volontà politica e vi sia la convinzione che non si tratta di interventi fini a se stessi ma utili per essere davvero in gara nel sistema internazionale.”

In questo scenario si inseriscono i risultati di un nuovo osservatorio promosso dalla Scholl of Management del Politecnico e intitolato Innovazione Ict e Regioni.
Lo studio, presentato da Andrea Rangone, direttore degli Osservatori del Politecnico di Milano, ha preso in esame una serie di indicatori, mettendo a confronto l’Ict nel suo insieme con le imprese, i cittadini e la pubblica amministrazione.
”Ferma restando la grande eterogeneità tra le regioni italiane – racconta Rangone – dallo studio sono emersi una serie di indicatori che ci aiutano a distinguere le regioni virtuose e possono essere utilizzate come metro di misura per un monitoraggio costante”.

La regione virtuosa, secondo quanto emerso dall’analisi, supporta finanziariamente l’innovazione attraverso bandi di co-finanziamento a progetti di ricerca industriale e startup; favorisce la creazione di una rete di centri di ricerca che coinvolga università e centri di servizio sul territorio a favore delle imprese; agevola la creazione di aggregazioni e cluster territoriali nei quali siano coinvolte imprese e centri di ricerca; dà vita a programmi formativi per sviluppare figure professionali sul territorio; investe in una struttura digitale all’avanguarda, in primis nella banda larga; investe, infine, nella propria innovazione digitale stimolando l’ecosistema dei fornitori.
Non un decalogo, i punti messi in evidenza da Rangone sono sei, ma in ogni caso una griglia di riferimento che gli interlocutori appartenenti al mondo delle regioni, presenti alla tavola rotonda, mostrano di aver compreso.
A partire da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, primo a fare gli onori di casa, che parla dell’agenda digitale lombarda, dell’assessorato alla digitalizzazione e che, soprattutto, si sofferma su quel piano da 15 milioni di euro, in cooperazione con il settore privato, per la lotta al digital divide.
”Entro il 2012 porteremo la banda larga a oltre 700 comuni lombardi non ancora coperti, raggiungendo così l’obiettivo della copetrtura territoriale completa”.

A Formigoni fanno seguito poi i responsabili delle attività produttive delle regioni Puglia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria e della Provincia di Trento: a loro il compito di illustrare progetti di paternariato e di sviluppo, che vednono coinvolti enti universitari, agenzie sul territorio e piccole e medie imprese.
Dei loro progetti parleremo più diffusamente nei prossimi giorni.

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