Home Prodotti Networking e TLC Il 5G è alle porte, le reti aziendali cambiano già

Il 5G è alle porte, le reti aziendali cambiano già

In vista del Mobile World Congress di fine mese, dove argomento principale sarà il 5G, iniziamo una serie di approfondimenti sul tema.

Abbiamo intervistato Ian Hood, Chief Technologist Telco di Red Hat sul cambiamento delle reti in relazione all’arrivo del 5G.

Con lui abbiamo affrontato tutti i temi visibili che riguardano l’evoluzione della rete aziendale, dalla Network Function Virtualization all’edge computing, dall’intelligenza artificiale all’IoT, da Openstack ai microservizi.

Ian Hood di Red Hat

Cominciamo proprio con l’analizzare la Network function virtualization.

Come presentiamo la NFV a chi in azienda vede prima il business della tecnologia? Perché serve e dove?

NFV è una delle tecnologie che possono essere utilizzate per offrire più servizi e/o applicazioni in modo più efficiente partendo da un set comune di piattaforme. Ci sono realtà che decidono di adottare sia tecnologie NFV che SDN per trasformare il loro business. In più, possono scegliere se integrarle nella loro infrastruttura privata o sfruttarle sotto forma di servizi offerti dai loro partner telco e ISP. Essendo più veloci da implementare possono portare vantaggi immediati al business.

Edge computing, quali industry non potranno farne a meno?

Il Mobile Edge Computing può trovare la sua applicazione in tutti i mercati verticali, dal manifatturiero ai trasporti, passando per agricoltura ed healthcare, fino al settore pubblico. Tipicamente, le aziende possono affrontarlo tramite una collaborazione con i loro provider di servizi cloud o di telecomunicazioni.

L’Edge Computing porta le tecnologie data center più vicine al cliente, al business o ai dispositivi stessi. Questo aiuta a migliorare la qualità dell’esperienza per gli utenti e permette di erogare servizi ovunque, verso le persone e i dispositivi giusti, al momento giusto e con tempi molto più contenuti.

Ad esempio, i dati di un impianto di produzione possono essere catturati, poi raccolti e processati da gateway IoT intelligenti già alla periferia (edge) della rete, in modo da condurre su di essi analisi in tempo reale per ottenere informazioni di business il più concrete possibile. Oppure, è possibile fare uso di sistemi smart di trasporto per automatizzare autostrade, ferrovie, linee aeree o anche linee d’acqua, per aiutare a trasferire più persone in modo più sicuro, efficiente ed economico. Questi sistemi di trasporto di nuova generazione devono essere in grado di raccogliere, analizzare e prendere decisioni sulla base di enormi volumi di dati in modo molto veloce, e per fare questo dovranno potersi avvalere di un mix di architetture MEC distribuite.

Secondo voi cosa si aspettano le aziende dal 5G?

Dal 5G le aziende si aspettano di ottenere da parte dei loro operatori servizi e applicazioni digitali sicuri, personalizzati e a costi inferiori, che sfruttano un modello di deployment più distribuito rispetto a quanto attualmente disponibile. Le aziende si aspettano vantaggi derivanti da tecnologie 5G e MEC combinate a un modello open source, che integri approcci DevOps e CI/CD (Continuous Integration / Continuous Computing) per rendere possibili applicazioni innovative quali Augmented e Virtual Reality, IoT, intelligenza artificiale e machine learning come parte del loro processo di trasformazione digitale e del business.

Che competenze serviranno per sfruttare appieno il 5G in azienda?

La velocità nel cambiamento e nell’innovazione che le aziende stanno vivendo nel passaggio verso un’economia digitale basata sul 5G richiede molte nuove competenze, oltre a modifiche relative ai toolset, ai processi di business e alla cultura – soprattutto una cultura di tipo open. Sarà necessario avere persone dotate di skill differenti in grado di collaborare apertamente, con l’obiettivo condiviso di accelerare processi di innovazione che abbiano un impatto positivo sull’economia globale e di trovare nuove modalità di sviluppo di infrastrutture e applicazioni sotto forma di codice. Piccoli team che operano insieme con lo stesso obiettivo possono creare grande valore per tutta l’azienda.

L’intelligenza artificiale si sta prendendo la scena. Cosa significa per le reti e per la sicurezza?

L’intelligenza artificiale ha numerose possibili applicazioni che possono essere considerate sia da una prospettiva di rete che di sicurezza. Dal punto di vista del network, l’AI può essere utilizzata per applicare intelligenza comportamentale alla massa di dati e di informazioni di telemetria che coprono l’intera infrastruttura virtuale distribuita, per rendere autonomi i processi operativi di deployment dei servizi, guadagnando così velocità ed efficienza. Se si parla di sicurezza, intelligenza artificiale e machine learning, assieme alle tecnologie blockchain, possono aiutare nella fraud prevention per il mobile roaming, offrire identity-as-a-service e data management per la verifica di identità e aree di attività, oltre che per una fatturazione continua delle applicazioni IoT.

In particolare, la sicurezza dell’IoT da cosa dovrà passare?

La sicurezza dell’IoT dipenderà da una serie di fattori che coprono livelli differenti di un’architettura virtuale distribuita. Come già accennato, si possono costruire applicazioni blockchain per distribuire la sicurezza di applicazioni IoT utilizzando chiavi pubbliche o private, utilizzando l’equivalente delle eSIM per i dispositivi portatili. Comunque, resta importante proteggere i sistemi operativi, le tecnologie di virtualizzazione (le VM o i container) e le applicazioni. Tecniche quali OpenSCAP possono aiutare a soddisfare requisiti normativi e necessità di privacy e controllo dei dati.

Openstack che benefici porterà e a quale prezzo, in termini di investimenti e creazione di competenze?

OpenStack ha permesso ad aziende e operatori di sviluppare servizi e applicazioni, sia in ambienti private che public cloud, utilizzando una comune piattaforma NFV. Uno dei vantaggi fondamentali dell’utilizzo di OpenStack è la possibilità per le aziende di scegliere tecnologie best-of-breed (come VNF, SDN e tool di orchestrazione) di vendor differenti per erogare servizi e applicazioni in modo più veloce e a costi contenuti. OpenStack ha aiutato il mercato a diventare più esperto in tema di integrazione multi-vendor e agilità nello sviluppo applicativo DevOps. L’impegno sempre più forte verso un utilizzo migliore di approcci cloud nativi, utilizzando OpenStack, SDN, NFV e microservizi, sta spingendo le aziende a sviluppare competenze appropriate per le loro risorse esistenti. Sia le aziende che gli operatori devono guardare in modo programmatico all’aggiunta di nuove risorse e personale dotato di nuove competenze e soprattutto di un nuovo mindset, sfruttando in parallelo le community open source oltre ai principali partner per accelerare l’innovazione nel proprio business.

Quando e come i microservizi potranno diventare l’infrastruttura aziendale prevalente?

I microservizi sono già diventati un’architettura tecnologica importante per le piattaforme applicative IT di livello enterprise, e le aziende li introdurranno presto anche per quanto riguarda infrastrutture di rete e piattaforme di data management. Comunque, e vale per ogni nuova modalità di creazione software, quando si tratta di applicarla in modo esteso all’interno di una realtà aziendale, è importante prendere in considerazione l’impatto pratico e le implicazioni di costo. E’ probabile che trasferire applicazioni IT o servizi di rete per sfruttare le architetture a microservizi diventi pratica comune nel mondo enterprise, come pure in ambito telco, CSP e per i cloud provider nei prossimi 5 anni. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra il re-factoring di applicazioni e servizi all’interno dei microservizi con la continua evoluzione e il mantenimento di applicazioni esistenti la cui migrazione può essere troppo costosa. Tecnologie quali bus di messaggistica real-time open e distribuiti, data management, software-defined storage e API management interoperabile possono essere utilizzate congiuntamente per abilitare lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi e l’integrazione di nuove piattaforme operative con i sistemi legacy multi-vendor già esistenti.

 

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