Zopa, congelato il sito per i prestiti tra privati

Decisione del ministero dell’Economia e delle Finanze che contesta la presenza del conto deposito dei prestatori al famoso sito di social lending.

Del tutto inaspettata è arrivata la decisione del ministero dell’Economia e delle Finanze, su indicazione di Banca d’Italia, di cancellare dalla lista degli intermediari autorizzati Zopa, il celebre sito di social lending, che permette l’erogazione di prestiti tra privati a tassi contenuti rispetto al tradizionale mercato. Una sorta di peer to peer in cui in gioco invece di file video o musicali ci sono soldi veri. In termini tecnici Zopa è stata cancellata dall’elenco degli intermediari finanziari iscritti ex art.106 del TUB, e questo ha comportato l’immediato congelamento di alcune funzionalità del sito: non si possono più richiedere e non verranno erogati più prestiti, così come non si possono più aggiungere fondi al proprio conto su Zopa. Tutti i prestiti in essere verranno comunque mantenuti così come saranno garantiti i pagamenti delle rate e il recupero credito, per i prestatori i soldi non verranno reinvestiti in altri prestiti ma mantenuti sul conto di ogni prestatario su sito.

Questo è infatti il principale capo di accusa a Zopa, che oltre a fornire la piattaforma per i prestiti, consente di avere una sorta di conto di deposito per ogni iscritto su cui finiscono i soldi in attesa che l’offerta incontri la domanda. Quindi oltre al ruolo di intermediatore, Zopa si configura anche come soggetto atto alla raccolta del risparmio, senza averne le prerogative almeno in Italia. Sì perché all’estero e soprattutto nei paesi anglosassoni il social lending è ormai una realtà consolidata, a cui fanno riferimento molte persone, e che in Italia grazie anche al tam tam mediatico su Internet e sui media tradizionali, ha raggiunto in poco più di un anno e mezzo risultati ragguardevoli: sono infatti più di 40mila gli iscritti alla community e in un anno e mezzo 5mila persone si sono prestate direttamente online più di 7milioni di euro (per l’esattezza 7.156.340 €, dato aggiornato al 10/07/2009).

L’amministratore delegato di Zopa, Maurizio Sella, si rivolge così a tutti gli appartenenti alla community Zopa: “Siamo molto sorpresi da questa decisione che ci sembra dovuta unicamente a valutazioni di carattere tecnico-giuridico sul funzionamento della piattaforma, a fronte delle quali peraltro avevamo proposto una soluzione definitiva. Abbiamo sempre collaborato con Banca d’Italia, fin dalla fase di progettazione di un’iniziativa sicuramente non codificata. Nel gennaio 2008 abbiamo iniziato ad operare dopo avere ricevuto l’ok dell’Ufficio Italiano Cambi e da quel momento Zopa è stato un grande successo, soprattutto in un momento storico in cui il credit crunch escludeva intere fasce sociali dall’accesso al credito. Ci siamo attivati per tutelare la nostra posizione e la community in tutte le sedi e in tutti i modi che ci saranno consentiti, confido in un rapido rientro alla normalità.”

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome