Yankee Group: Linux costa più di Windows

Un’indagine condotta presso il mondo business rileva come le grandi aziende lamentino una maggiore incidenza dei costi di gestione in ambiente Linux rispetto a Windows.

31 marzo 2004 Ogni tanto una nuova ricerca arriva a rimescolare le
carte in tavola rispetto all’effettivo costo di deployment, esercizio,
manutenzione di sistemi informativi aziendali in ambiente Windows
o in ambiente Linux.
Ricerche accademiche quanto si
vuole, ma che contribuiscono di volta in volta a portare acqua al mulino
dell’uno o dell’altro gruppo.
In questo caso, autore della ricerca è
Yankee Group e la tesi sostenuta è che i costi di gestione di
Linux in realtà superino quelli di Windows.
L’assunto è chiaro: se ci si
limita ai costi iniziali, è evidente che il paragone tra i due ambienti
operativi sia difficilmente sostenibile. Le proporzioni cambiano, però, quando
si arriva a parlare di gestione, suppporto tecnico e garanzie, sia che
un’azienda decida di gestire tutto al proprio interno, sia che decida di
affidarsi a società o consulenti esterni.
Nessun dubbio, sostiene lo studio,
sui meriti tecnici insiti in Linux: performance, affidabilità, sicurezza,
facilità d’uso non sono inferiori a Unix o Windows Server 2003, se pure nemmeno
superiori ad essi.
E sono dunque queste considerazioni che di fatto stanno
influenzando le politiche di migrazione delle aziende.
Fermo restando il
crescente interesse, a vari livelli, verso il mondo Linux, la maggior parte
delle aziende interpellate da Yankee Group per il proprio studio sembra
intenzionata a fermarsi su Windows, almeno per il momento.
Solo il 4% delle
aziende che attualmente hanno implementato Unix e l’11% di quelle che utilizzano
Windows hanno infatti dichiarato la loro intenzione di migrare i sistemi
attualmente in uso verso Linux. E solo il 5% delle aziende interpellate porterà
da Windows a Linux il proprio parco desktop.
Nell’ordine del 30% le aziende
che considerano Linux più affidabile e più sicuro, e ancora nella stessa
percentuale il numero di aziende che prende in considerazione Linux per non
sentirsi vincolata alla sola Microsoft.
Lo scetticismo si fa strada tra le
grandi aziende, secondo le quali l’adozione di Linux comporta un’incidenza
compresa tr il 25 e il 50% in più sui costi di supporto tecnico. E qui è
poco chiaro se sia la mancanza di skill sul mercato che provoca la lievitazione
dei costi, o se davvero gli interventi necessari sono superiori a quelli
richiesti da ambienti più consolidati.

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