Xsl, l’impegno del W3C

Basato sul Xslt 1.0, Xsl permette di descrivere gli elementi di inserimento nelle pagine di un documento Xml.

Uscito dall’Sgml (Standard Generalized Markup Language), Xml è un metalinguaggio che descrive una struttura di documento per mezzo di segnali, indipendentemente dalla propria presentazione e dal proprio contenuto. Circoscritto in un primo tempo alla gestione dei documenti o allo scambio dei dati attraverso il Web, l’Xml ha conquistato incessantemente nuovi settori e si ritrova ormai applicato alla firma elettronica (Xml signature), al disegno vettoriale (Svg), ai database (Xml Query, linguaggio di request simile a Sql), ai request di oggetti software (Soap), alle presentazioni multimediali (Smil) o, ancora, alla futura semantica Web (Rdf). Così il W3C sta pubblicando una raccomandazione Xsl (eXtensible Stylesheet Language). Basato sul Xslt 1.0, un linguaggio Xml che permette la trasformazione di documenti e dati Xml, Xsl permette di descrivere gli elementi di inserimento nelle pagine (apici, piè di pagina, colonne di testo e così via), di un documento Xml. È dunque possibile memorizzare documenti Xml, specificare il modo di formattare con Xsl per una resa adattata al Web e alla stampa. A titolo comparativo, Xsl sta a Xml come Css (Cascading Style Sheets) sta all’Html. Un portavoce del W3C per l’Europa ha affermato che l’organismo di standardizzazione ha una doppia missione: sviluppare delle tecnologie Internet interoperabili da una parte e renderle accessibili a tutti, dall’altra, malgrado le differenze dei linguaggi o gli handicap. Ma Xml è tutt’altro che una panacea per tutti i mali, poiché gl’inconvenienti che comporta questo formato sono noti: nell’ambito degli scambi transazionali sul Web, i file Xml diventano spesso pesanti e, dunque, assorbono maggior banda passante. Inoltre, contrariamente al codice binario, Xml deve essere interpretato, consuma più risorse di memoria e processore

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