Xml al centro della contesa nel mercato dei database relazionali

L’imminente uscita di Oracle Xml Db consacra l’integrazione nativa dei file di questo formato all’interno degli Rdbms. Concorrenti come Ibm, Microsoft e Sybase preparano le contromosse, mentre si staglia all’orizzonte il big bang dei servizi Web.

Il mese di maggio rappresenta una tappa decisiva nell’evoluzione del mondo database. A breve, infatti, Oracle annuncerà la disponibilità della nuova versione del proprio Rdbms, la 9i release 2, chiamata anche Xdb. Come suggerisce quest’ultimo acronimo, il produttore sarà il primo a proporre un database relazionale che offre la gestione nativa dei dati in formato Xml. Finora, gli sviluppatori ripartivano i contenuti dei documenti Xml all’interno di tabelle multiple di una base relazionale (mapping) o li memorizzavano sotto forma di oggetti di grande dimensione, come i Blob (Binary large object) o i Clob (Character large object). Una gestione diretta di Xml garantisce prestazioni ottimali nelle funzioni di manipolazione e di aggiornamento, oltre a semplificare il lavoro degli sviluppatori.


Xml Db è il punto d’arrivo di una lunga evoluzione in Oracle. La versione 9i già aveva introdotto un attributo di dati Xml (XmlType), che permetteva di creare tabelle miste, combinando dati classici e documenti Xml interi. L’Rdbms fornisce poi funzioni di manipolazione dei contenuti, basandosi su una sintassi essenzialmente fondata su Xpath, un meccanismo di query adattato a Xml. Il maggior incoveniente di questa tecnica è l’impossibilità di manipolare parti di documenti Xml senza cambiare tutto quanto già contenuto in memoria. La nuova versione di 9i, invece, si occupa degli schemi Xml, senza che gli sviluppatori ne debbano descrivere la struttura in Sql 99. A ogni inserimento di un file Xml, Xdb ne compara automaticamente la struttura con lo schema d’origine.


La risposta dei concorrenti, comunque, non si farà attendere. In Ibm, per esempio, la questione è affrontata con un differente approccio. Forte dell’acquisizione della tecnologia di Informix, il costruttore ha di recente presentato Xperanto, una soluzione fondata su Xquery, un meccanismo di interrogazione ora in corso di validazione presso il W3C. Xperanto offre un vista Xml dei dati relazionali presenti in una base e riduce i tempi di sviluppo di una nuova applicazione che faccia massicciamente leva su accessi Xml. Peraltro, anche Oracle ha inserito lo stesso tipo di dispositivo in Xdb, utilizzando un sistema di viste logiche con la generazione di uno schema Xml corrispondente.


In casa Sybase, lo storage Xml passa, come per Oracle, attraverso una colonna capace di memorizzare la gerarchia delle classi di un componente, anche se le prospettive a medio termine di questa soluzione sono meno definite. Il costruttore, infatti, sorvola per ora sul tipo Xml propriamente detto e si accontenta di creare un tipo di dati denominato Jxml, derivato da quello a oggetti.


Microsoft appare per ora quella più indietro, avendo ancora la nuova versione di Sql Server in fase di sviluppo. È logico attendersi che Yukon (questo il nome in codice) offra un supporto pieno e nativo a Xml, ma per questo occorrerà attendere la fine del 2003. Nel frattempo, l’azienda si limita a fornire un kit di sviluppo, SqlXml 3, che può presentare i dati relazionali sotto forma di documenti Xml.


Dietro queste tecnologie, disparate in apparenza ma in fondo abbastanza simili, si profila un’evoluzione più decisiva. L’arrivo dei servizi Web porterà a una trasformazione dei database relazionali e degli application server. Se questi ultimi costituiranno le piattaforme d’esecuzione dei futuri servizi, non potranno funzionare senza quei serbatoi di storage che sono i database. I file Wdsl (Web service description language) allo stesso tempo documenti che devono essere tanto memorizzati quanto indicizzati. In questo contesto, Oracle con Dynamic Services, Ibm con WebSphere e Microsoft con .Net, non nascondono le loro ambizioni. I database devono memorizzare i file necessari allo sviluppo dei servizi Web, quale che sia la tecnologia implementata. A questa stregua, non importa se il mapping e la visualizzazione dei dati e delle viste relazionali in Xml si rivelano molti più lente con un Rdbms piuttosto che con un Tamino (di Software Ag), poiché i processori possiedono la potenza necessaria per recuperare la differenza.

Un vantaggio per Xquery?


Avrà un vantaggio il primo costruttore che vedrà riconoscersi come standard la propria tecnologia. Non appare un caso, in quest’ottica, che Ibm stia scommettendo su Xquery. Questo linguaggio, in corso di validazione presso il W3C, sembra oggi il più promettente. Senza modifiche eccessive del database, infatti, esso facilita lo sviluppo rapido di applicazioni che utilizzano Xml. Di fatto, Xperanto si rivela la soluzione integratrice per Ibm, che sta contemporaneamente declinando il proprio Db2 in multipli formati (su mainframe, Unix e così via).


In ultima analisi, prendendosi in carico anche i componenti Olap, prima e ora Xml, i database relazionali danno ancora una volta prova della propria ubiquità.

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