X10, per gli avvocati è Sos privacy

Video camere wireless, ecco l’evoluzione di un oggetto nato come strumento di monitoring e trasformatosi, complice il Web, in puro oggetto voyeuristico

Il fenomeno del momento nell’universo It si
chiama X10.
Si tratta di una tecnologia di comunicazione applicabile a strumenti come video camere di tipo wireless di dimensioni estremamente ridotte.
Nate come strumento di monitoring queste ultime, soprattutto negli Stati Uniti,
hanno assunto una nuova connotazione diventando puro oggetto voyeuristico. Un
numero crescente di siti Internet permettono infatti ai navigatori connessi di
vedere ciò che accade in disparati ambienti ‘casalinghi’ grazie appunto a queste video camere segretamente disposte nei luoghi più impensati.

L’idea marketing che si cela dietro tali iniziative è quella di trasformare
i cosiddetti browser in buyer, ovvero i navigatori in acquirenti, di video
camere naturalmente.
E al momento i numeri sembrano dare ragione a
questo tipo di strategia: un recente studio a opera della Jupiter Media Metrix
ha decretato che nel periodo gennaio-maggio 2001 il fenomeno ha conquistato il
33% dell’intera Internet audience.
A guardarlo da vicino, l’X10 può ben dirsi
barometro culturale dei nostri tempi e indicatore economico dell’era
Internet.
Gli utenti di questo dispositivo né particolarmente recente, né
tantomeno potente, non sono più solo spie, detective privati e agenti della
sicurezza, ma ‘normalissimi’ cittadini che per 79 dollari e 99 centesimi sono in
grado di acquistare via Internet uno strumento che potenzialmente può
essere nascosto ovunque.
Ed è proprio quest’ultimo elemento l’oggetto di una
recentissima discussione che sta cominciando a emergere negli Stati Uniti,
guarda a caso inerente la tutela della privacy.

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