WorldCom-Capellas, manca l’accordo sul compenso

Nonostante l’ex numero due di Hp abbia già rivestito il ruolo di nuovo Ceo del colosso tutelato dalla legge fallimentare degli Stati Uniti, manca l’accordo sull’ammontare del premio in azioni da corrispondere a Capellas oltre a stipendio e bonus annuale

13 dicembre 2002 Michael Capellas potrebbe essere costretto a rivedere, e non al rialzo, l’ammontare del proprio compenso quale nuovo Ceo alla guida di WorldCom. Per il gruppo Tlc sotto gestione controllata per bancarotta, la richiesta pattuita da Capellas con Richard Breeden, responsabile della Security and Exchange Commission, sembrava prevedere un compenso pari a 10 milioni di dollari da corrispondere in azioni della società una volta riavutasi dalla crisi. I guai sono subentrati quando lo stesso Breeden, per l’ennesima volta, si è rimangiato il tutto etichettando come ‘troppo eccessiva’ la richiesta del manager statunitense. Già, perché quella in corso non è la prima ‘modifica’ riferita all’ammontare del compenso legato alle prestazioni dell’ex numero due di Hp che, secondo un primo contratto approvato dalla società e da buona parte dei principali creditori, avrebbe dovuto ricevere – sempre sotto forma di azioni – 18 milioni di dollari, trasformati successivamente in un compenso minimo di 8 milioni, fino a un massimo di 12 non garantiti. Tutto da rifare, insomma. E in ballo, per i prossimi anni, ci sarebbe anche la richiesta di Capellas di poter godere di un premio in azioni pari a due volte il suo stipendio annuale di 1,5 milioni di dollari, in aggiunta al bonus di fine anno legato al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

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