Il mondo del lavoro non poteva certo rimanere esente dalla grave emergenza sanitaria, e infatti il lockdown durato oltre due mesi ha costretto un numero elevato di organizzazioni di ogni dimensione e settore a gestire attività di smart working, spesso partendo da zero, ossia senza alcun progetto concreto su cui basarsi e tantomeno senza poter disposte di un vero workspace digitale.

Ora che la situazione emergenziale appare superata, è importante che le aziende ripensino al modo in cui hanno operato in queste settimane: lavoro a distanza e smart working non sono sinonimi.

Infatti, molto spesso il coinvolgimento dei dipendenti è ostacolato da un’esperienza digitale tutt’altro che fluida.

Lo switching dei contenuti, l’accesso e la disconnessione dalle applicazioni, la mancanza di accesso remoto e la ricerca costante di applicazioni e informazioni sono solo alcuni degli ostacoli che intaccano la produttività e il coinvolgimento.

I dipendenti possono lavorare anche per giorni interi, ma concludere poco, se perdono tempo a passare da un’applicazione all’altra, a cercare contenuti in più punti e a utilizzare innumerevoli accessi con varie password.

Prima di tutto, la procedura di login deve essere semplificata al massimo. Grazie all’SSO (Single Sign-On), gli utenti possono accedere in modo sicuro a tutte le applicazioni, i desktop e i file dai loro computer o dispositivi mediante una sola password.

Approfondimento: idee e tool per rendere fluido lo smart working

Senza dubbio gli utenti oggi si aspettano di poter passare da un dispositivo a un altro e connettersi automaticamente a tutte le loro sessioni tramite un semplice accesso.

Quando si spostano dalla scrivania alla sala conferenze o passano dai dispositivi mobile ai laptop, vogliono poter accedere al proprio lavoro in modo ottimizzato.

La ricerca di file è diventata sempre più centrale: i dati da gestire sono in crescita costante e vertiginosa. Un moderno digital workspace offrirà strumenti di ricerca con user experience simile a quella dettata dall’uso quotidiano.

Inoltre, con meno accessi, clic e passaggi, i dipendenti possono risparmiare tempo prezioso: gli utenti esigono di poter personalizzare il modo in cui danno la priorità alle informazioni, in base alla data, alla rilevanza o all’applicazione.

Dato che risparmiare tempo ha il duplice merito di aumentare la produttività e accontentare gli utenti, poter creare un elenco di app preferite è altrettanto importante. Al tempo stesso,  un workspace digitale ottimale ricorderà anche app e files usati di recente, facilitando il flusso di lavoro.

Certamente nessuna organizzazione vorrà implementare un workspace digitale privo di adeguati livelli di sicurezza end-to-end: il perimetro digitale, già rarefatto, non potrebbe essere protetto in caso contrario.

Anche poter contare su analytics del comportamento degli utenti consente alle aziende di intercettare per tempo eventuali anomalie, reagendo immediatamente e minimizzando i danni di una eventuale intromissione fraudolenta nella rete tramite furto di identità.

Non potendo dare per scontata la presenza di reti a banda ultralarga in ogni luogo da parte dei dipendenti, un workspace digitale deve essere ottimizzato in modo da garantire la miglior customer experience possibile.

Infine, il perfetto workspace digitale garantisce la miglior compatibilità con le periferiche come webcam, tavolette grafiche, stampanti e altro ancora.

La considerazione di fondo è che ogni organizzazione può trarre il proprio personale vantaggio dal giusto tipo di tecnologia di workspace digitale creato e impostato in modo che sia smart, intelligente.

Mettiamo disposizione una guida gratuita alle tecnologie di workspace intelligente, utile a impostare correttamente le proprie azioni in tema di assessment e implementazione.

Scarica la guida: gli strumenti per creare un workspace intelligente

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