Wikileaks o dell’ignoranza del giornalista

Pubertà dell’hacker, complottismo e primato della cultura dialettica al centro dei commenti ad un editoriale della scorsa settimana.

A proposito dell’editoriale “Wikileaks è Internet e ridefinisce la legge”, alcuni lettori hanno fatto osservazioni via mail. A tutti è stata inviata una risposta personale nelle modalità richieste. In particolare, però, alcuni di loro hanno colto punti che ci sembra interessante rendere pubblici: come già altre volte abbiamo deciso di usare le stesse “colonne” del messaggio originale, ovvero l’editoriale, mettendo in corsivo le deduzioni critiche dei lettori.
Colgo l’occasione per invitare personalmente tutti i lettori a partecipare.

Punto primo: il giornalista è ignorante
Si scrive: “Mi è anche impossibile credere che un ventiduenne avesse le competenze per entrare in sistemi di alta sicurezza”.
Con questa affermazione si dimostra quanto chi scrive non si renda conto che basta veramente un ragazzino ancora più giovane (del soldato di 22 anni) per craccare siti o sistemi protetti informaticamente, e quindi si dimostra che la saggezza ed arte del passato che lo scrivente possiede e vuole in questo caso far pesare, si dimostrano veramente antiquati e non al passo con i tempi!
L’osservazione del lettore è robusta: esistono ragazzi ventiduenni, ma anche più giovani, in grado di craccare un sistema davvero sicuro. Chi lo nega esplicitamente è un ignorante: io l’ho negato e quindi sono ignorante.
In realtà a mio avviso esiste una lettura diversa. La frase da me scritta è stata la miglior sintesi, in un articolo già lungo, dell’orientamento delle indagini, rivolte ad una serie di consulenti che abbiano irrobustito le conoscenze del ragazzo.
Personalmente ritengo di aver fatto un ottimo lavoro nell’esprimermi così, ma ottimo non vuol dire perfetto. Avrei potuto esprimermi meglio subito. Grazie a questa osservazione ho aggiunto al pezzo originale alcune parole: “Mi è anche impossibile credere che un ventiduenne avesse le competenze per entrare in sistemi di alta sicurezza, [aggiunta] come sembrano indicare le indagini degli inquirenti”.

Punto secondo: Informazione o Speculazione?
Verosimile il complotto, verosimile il fatto che ci sia una regia più o meno occulta dietro alla fuga di queste notizie, ma verosimile anche il fatto che da un banale caso di fuga di notizie non pilotata ci si monti sopra complotti e accuse reciproche, tanto per approfittarne. Morale: può essere tutto ed il contrario di tutto, e non si fa altro che aggiungere speculazioni a speculazioni, cosicché l’articolo non è giornalistico ma puramente speculativo.
Il tipo di esposizione scelta fa parte delle specifiche di progetto di questo tipo di articolo, non pubblicato come “notizia”, ma come “editoriale”, quindi come commento. Come spesso accade su queste pagine, i riferimenti partono dalla realtà ma s’inerpicano su una falsariga spesso non reale ma che estrapoli le eventuali conseguenze estreme.

Punto terzo: la cultura e il passato
Attenti a scartare le conoscenze e le esperienze del passato. Le indispensabili conoscenze tecnologiche devono poggiare e innestarsi su una base più ampia.
Devo dire che aspettavo molti insulti veri e propri per aver invertito l’importanza di cultura e scienza/tecnologia. Sono d’accordo con le conclusioni di questo commento: la mia visione però è che l’ampia base debba essere newtoniana e non aristotelica.
Espandendo un attimo il concetto a me il passato piace moltissimo in tutte le sue forme, ma ritengo che vada scelto da poche persone che lo studino con passione e non imposto a bambini fin dai primi anni della loro esistenza. E’ ovviamente un mio parere.

Punto quarto: Internet e la Legge
Quanto a internet, vorrei far notare, che pone problemi nuovi per quanto riguarda per esempio la proprietà intellettuale, il luogo dove avviene un fatto e il diritto in generale: è quindi necessario uno sviluppo legislativo che ne tenga conto; ma i principi fondamentali del diritto saranno, credo o almeno spero, quelli attuali.
Temo non possa essere così. Attuali secondo chi? Le interpretazioni differiscono in maniera spesso divergente. Speriamo nelle azioni di armonizzazione internazionale e in una pacifica convivenza!

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