Vs.Net chiamato ad alimentare il rapporto fra Microsoft e impresa

A Visual Studio.Net tocca il compito di aprire definitivamente le porte dell’enterprise all’e-business firmato Redmond. Mancava l’anello dello sviluppo dei servizi Web con Xml per far girare la catena delle soluzioni. Presto sarà il turno di semilavorati per la gestione aziendale.

Cos’è un Web service e quale reale apporto può dare a un’impresa, oggi? Secondo Davide Viganò, uno dei responsabili del mercato enterprise di Microsoft in Italia, il mercato, compresi noi fornitori, deve ancora comprendere cosa siano i Web service, soprattutto quale sia il valore aggiunto che questi possono apportare, e deve individuare i parametri per valutarne il Roi”. L’ammissione di Viganò circa la sussistenza di un’incertezza sulla definizione olistica di Web service riesce anche confortante, sia per chi li deve analizzare, sia per chi li deve utilizzare. Ma, di fatto, l’incertezza rimane tale, con tutto il proprio carico di nebulosità. Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza su cosa significhi offire Web service per un fornitore di It come Microsoft. Il tema riconduce subito a Visual Studio.Net, cioè alla nuova suite di strumenti di sviluppo, rilasciata alla metà del mese scorso, che è in simbiosi con il .Net Framework.


“Fino a ieri ci rinfacciavano che non potevamo proporre Web service perché non avevamo un tool di sviluppo adeguato. Ora Visual Studio.Net c’è. E ci sono anche clienti che hanno già messo in produzione Web service”. Viganò allude ai casi di Intesa Bci, che presso il Ced di Parma ha creato un Web service per il single sign on degli utenti della propria intranet italiana (ovvero migliaia di operatori di banca) o a quello del ministero delle Finanze, che sta creando servizi Web per la propria rete con la supervisione di Sogei. Da questi due esempi emerge che l’obiettivo dei Web service di Microsoft è l’interoperabilità degli utenti. Obiettivo sicuro – commenta Viganò –. Ma la vera frontiera è la creazione di una nuova architettura fatta di servizi”.


Il paradigma che Microsoft segue per arrivare all’obiettivo è basato su quattro cardini: standard di comunicazione, time-to-market delle applicazioni, scalabilità di performance delle stesse, riutilizzo di skill interni all’azienda. Lo svolgimento del paradigma, così come ci suggerisce Viganò, assegna a Xml il ruolo di standard e a Visual Studio il compito di soddisfare le esigenze di rapidità di creazione applicativa (i Web sevice veri e propri) con un wrapping di codice Xml attorno a quello esistente, anche se questo, per arrivare a casi limite è Cobol, escludendo, quindi, la necessità di rimettere mano (riscrivere) le applicazioni.


“In pratica – sottolinea Viganò con fare polemico – il modello .Net consente di evitare fastidi come la riscrittura di applicazioni, che da un’altra parte del mercato ti obbligano a fare”. La missiva è chiaramente indirizzata alla piattaforna J2Ee e ai suoi maggiori sostenitori (Bea, Ibm e Sun). “A conferma di ciò va ricordato – continua Viganò – che C# (il linguaggio di sviluppo di Vs.Net, ndr) è stato creato appositamente per costruire i Web service, mentre Java è nato prima che si affermasse il modello di Xml”. Viganò, quindi, accampa un vantaggio rispetto alla concorrenza di J2Ee, in materia di completezza architetturale riconoscendo, peraltro, come, “per la prima volta, in quindici anni, siamo tutti d’accordo sull’uso di Xml, Web service e riutilizzo del codice”.


Dopo l’introduzione di Vs.Net e del .Net Framework, il passo successivo verso la costruzione di tanti Web service e, quindi, di architetture complete di e-business sarà dato da un’offerta di “semilavorati” di soluzione per la gestione d’impresa. Si tratterà di metodiche già testate da indirizzare o ai system integrator o ai clienti che dispongono di un team di sviluppo interno. Le “quasi-soluzioni” di Microsoft seguiranno tre macro-filoni: quelli chiamati Connected customer (in pratica, Crm), Integrated business partner (con indirizzo al Scm) ed Empowered employee (che racchiude Knowledge management e comunicazioni mobili). Le metodiche, che probabilmente saranno pacchettizzate (la formula è allo studio) avranno valenza di paradigma orizzontale, ma saranno proposte in verticale secondo l’ormai tradizionale articolazione di Microsoft (finanza, Telco, government e commerciale) facendo tesoro delle best practice che provengono da questi settori.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome