Vmware – Competenze da «enciclopedista»

Alberto Bullani, Regional manager Vmware Italia Innovare, oggi, non è solo sinonimo di sviluppo di nuovi prodotti, ma è trasformare il modo di vedere il mercato e come l’azienda stessa si posiziona. In questo contesto la figura del Chief innovation off …

Alberto Bullani, Regional manager Vmware Italia


Innovare, oggi, non è solo sinonimo di sviluppo di nuovi prodotti, ma è trasformare il modo di vedere il mercato e come l’azienda stessa si posiziona. In questo contesto la figura del Chief innovation officer deve avere competenze in svariati campi: deve essere un “marketer”, uno stratega, una persona di business e un tecnologo. Il processo che è stato avviato nelle grandi aziende Usa non è ancora stato recepito allo stesso modo al di qua dell’Oceano. In particolare, le aziende che hanno realizzato la necessità di una rivisitazione dei processi aziendali non sono ancora molte.


L’adozione della virtualizzazione, per esempio, non ha ancora raggiunto un livello tale da creare una “coscienza”, relativamente alle potenzialità che può introdurre in azienda. La virtualizzazione permette di ridisegnare i processi aziendali, facendo concentrare gli sforzi e l’attenzione verso la ricerca e l’innovazione di processo, garantendo un vantaggio competitivo reale a chi sceglie questo approccio. Perché i vantaggi della virtualizzazione siano recepiti a pieno è necessario coinvolgere anche altre figure aziendali oltre l’It manager: il responsabile amministrativo/finanziario, quelli della qualità e di processo, ma anche le nuove figure deputate a occuparsi dell’aspetto ambientale.


Data la varietà delle competenze richieste e la strategicità del ruolo, è utile che l’innovazione sia demandata a una figura specifica, come appunto il Chief innovation officer, che sta a stretto contatto con i vertici aziendali e che quindi è in grado di fungere da collegamento tra i processi in essere e le direttive strategiche dell’azienda.

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