
Accelerare il ciclo di vita delle applicazioni, portare l’AI generativa in produzione in modo sicuro e ottimizzato nei costi, consolidare sicurezza e conformità anche in ambienti complessi e regolamentati. È quanto richiede il mercato, sempre più frenetico e in balia di fattori imprevedibili, che impongono alle aziende di rispondere con cambiamenti e adeguamenti velocissimi delle proprie strategie di business per potere stare al passo con una competizione che sta assumendo sempre di più connotati globali. Esigenze cui Broadcom intende dare risposte attraverso VMware Cloud Foundation, la piattaforma ereditata dall’acquisizione di VMware che si rinnova con una serie di annunci rilasciati in queste ore dal palco del VMware Explore 2025, l’evento annuale che parte oggi da Las Vegas per poi intraprendere un tour che la porterà per tutto il globo e toccherà entro questo autunno anche l’Europa. Risposte per le quali sono state ridisegnate le direttrici lungo cui si sta rinnovando l’architettura VMware, incaricata oggi di agevolare tutte quelle aziende che stanno facendo dietrofront parziale o totale, rispetto a una logica del “tutto in cloud e tutto pubblico” e che intendono affidare all’intelligenza artificiale generativa parte dei processi, in maniera sicura, ottimizzata e compliant.
Rinata e arricchita di nuove funzioni VMware Cloud Foundation punta ad ambiti specifici
La piattaforma, cuore dell’offerta VMware per il private cloud, mantiene il principio fondante che ne ha guidato lo sviluppo sin dalle prime versioni di unificare la gestione di applicazioni su macchine virtuali e container, integrando calcolo, rete e storage software-defined con funzionalità di automazione, sicurezza e governance dei dati, e garantendo un’infrastruttura coerente distribuibile on-premise, all’edge, in ambienti sovrani o tramite provider gestiti.
Su questa base consolidata, già ampiamente adottata dal mercato, si innestano oggi le novità annunciate a VMware Explore 2025, che ampliano il perimetro della piattaforma: servizi per sviluppatori sempre più integrati nei flussi di lavoro, il Private AI come componente nativa e il nuovo VCF Cyber Compliance Advanced Service, pensato per rafforzare la sicurezza e la conformità anche nei settori più regolamentati.
VCF 9 semplifica e velocizza l’ingresso dell’AI nei processi applicativi. Gli sviluppatori ringraziano
Un’attenzione particolare viene riservata al popolo degli sviluppatori, che oggi si trova a gestire il compito, sempre più complesso, dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi applicativi interni mantenendo affidabilità, sicurezza e tempi di rilascio competitivi. Le novità introdotte in VCF 9 rappresentano una risposta doverosa a queste esigenze, mettendo a disposizione un’architettura in grado di sostenere lo sviluppo di applicazioni AI senza introdurre rischi operativi o di compliance.
L’integrazione nativa dei servizi infrastrutturali nelle pipeline CI/CD, ossia nei vari passaggi che contraddistinguono lo sviluppo, dalla ideazione alla messa online, di una soluzione, riduce la necessità di effettuare a mano le configurazioni e semplifica l’accesso a risorse come calcolo, rete, storage, orchestrazione, registri, sicurezza e monitoraggio. Un livello di automazione che permette agli sviluppatori di dedicare più tempo alla scrittura di codice e meno alla pura gestione dell’infrastruttura. Risultato: diminuzione drastica degli errori, abbreviazione dei cicli di sviluppo e garanzia di una la protezione dei dati sensibili fin dalle prime fasi del progetto.
Un passaggio, quello del rilancio di VCF su fronti caldi del mercato, che per Broadcom significa dare finalmente una connotazione definita alla piattaforma acquisita, forte di un pesante quanto fortunato passato che sembrava impossibile da replicare. Un vero e proprio lavoro di fine tuning sulle esigenze delle attuali delle aziende, “frutto di un lavoro di allineamento interno e di ascolto del mercato”, come fa sapere il management.
I pesanti investimenti su VMware Cloud Foundation pongono fine ai dubbi dei mercati
Un risultato di oggi che affonda le radici nella complessa transizione seguita all’acquisizione di VMware da parte di Broadcom, completata nel novembre 2023 per circa 69 miliardi di dollari. Con un’operazione che aveva sollevato dubbi e incertezze sia tra i clienti sia tra i partner di canale, con chi temeva una riduzione drastica dell’offerta, chi una focalizzazione su poche linee di prodotto, chi ancora un cambiamento radicale nei modelli commerciali.

Durante i mesi successivi all’acquisizione, il vendor ha dovuto gestire un contesto competitivo in cui la concorrenza non ha esitato a presentarsi dai clienti VMware, proponendo alternative e mettendo in dubbio la continuità degli investimenti già effettuati. Una situazione che, dall’azienda, ammettono abbia reso ancora più urgente definire e comunicare una roadmap chiara, in grado di rassicurare l’ecosistema che le infrastrutture implementate negli ultimi anni non solo avrebbero mantenuto il loro valore, ma sarebbero entrate in un nuovo ciclo di vita.
Le novità che stanno annunciando al VMware Explore 2025 rispondono proprio a questa esigenza e mostrano un percorso chiaro, dove la Cloud Foundation non viene solo confermata come piattaforma centrale, ma si arricchisce di nuove capacità che ne ampliano la portata, abbracciando esigenze di sviluppo, AI e sicurezza in un’unica architettura.
Il rilascio della versione 9 avvenuto pochi mesi fa, ha rappresentato una tappa importante nella rinascita della piattaforma. Dopo oltre 4 milioni di ore di lavoro ingegneristico e più di 8.000 brevetti coinvolti, l’aggiornamento porta in un’unica architettura la gestione di applicazioni su virtual machine e container, incluse quelle AI, offrendo alle aziende un modello operativo più ordinato ed efficiente

Mesi in cui Broadcom ha potuto raccogliere riscontri molto positivi dai clienti, con un’adozione crescente tra le grandi imprese e le realtà strategiche, attratte dalla possibilità di gestire carichi eterogenei con un set unificato di strumenti e policy. La promessa è di migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi, offrendo al contempo un’infrastruttura sicura e scalabile, capace di adattarsi a scenari di deployment molto diversi, dal data center tradizionale all’edge computing, fino agli ambienti gestiti e sovrani.
Le tre direttrici per il rilancio di VMware Cloud Foundation
La strategia, come sopra accennato, si sviluppa lungo tre direttrici. La prima è il potenziamento dei servizi per sviluppatori, con l’integrazione nativa dei servizi infrastrutturali nelle pipeline CI/CD con un approccio che punta a ridurre la frizione tra IT e sviluppo, liberando tempo e risorse grazie a un accesso diretto a calcolo, rete e storage SDS, ma anche a servizi di orchestrazione, registri, sicurezza e monitoraggio. L’obiettivo dichiarato è sollevare gli sviluppatori dalla gestione operativa e dirottarli sulla parte creativa di nuove soluzioni.
La seconda direttrice è l’adozione del Private AI as a Service come componente nativa di VCF. Una caratteristica che consente di eseguire modelli AI generativi in ambienti sicuri e ottimizzati, con gestione efficiente delle GPU e strumenti pronti all’uso. Le partnership con NVIDIA e AMD assicurano il supporto alle GPU di ultima generazione, aprendo la strada a scenari complessi come il fine-tuning, l’inferencing e la retrieval-augmented generation, mentre la virtualizzazione delle GPU, con prestazioni pari al 99% del bare metal, consente un utilizzo ottimale di risorse costose e strategiche.
La terza direttrice è rappresentata dalla cyber resiliency e compliance, che si concretizza nel nuovo VCF Cyber Compliance Advanced Service, una soluzione che integra automazione della compliance, gestione delle deviazioni e immagini sicure per container e database, e si affianca a funzionalità di disaster recovery enterprise-grade e orchestrazione, per garantire tempi di ripristino ridotti in caso di attacco e una gestione più efficiente della sicurezza.
Attorno al nucleo di VCF ruotano componenti chiave che ampliano il perimetro della piattaforma. NSX, con le sue capacità di micro-segmentazione e protezione distribuita, e Avi Load Balancer, con bilanciamento elastico e protezione applicativa, estendono il paradigma “secure by design” dal livello infrastrutturale a quello applicativo. Sul fronte dello sviluppo e della gestione dei dati, Tanzu e Data Intelligence offrono un ecosistema completo che dispone di marketplace interno per app e agenti AI, modernizzazione automatizzata del parco applicativo, architettura lakehouse privata e query federate per alimentare in tempo reale applicazioni moderne e AI.
“Consolidare VMware Cloud Foundation come base tecnologica per il private cloud del futuro, unendo in un’unica architettura efficienza, sicurezza e capacità di innovazione”. È questo, in definitiva, il messaggio che il vendor vuole fare arrivare al mercato, sia a clienti sia partner, come garanzia di continuità, ma anche come invito a guardare alla piattaforma come strumento per affrontare in modo strutturato le sfide di un mercato in rapida evoluzione.





