Viva la carta dei quotidiani locali

Se i quotidiani locali italiani incrementano le vendite significa che per la maggior parte dei cittadini blog e reti sociali non prevalgono nella funzione informativa. E negli States il sorpasso è dello smartphone.

I quotidiani sono in crisi, come ci ripetono incessantemente le cifre. Nel giorno in cui viene diffusa in pompa magna un’analisi della stampa italiana nel triennio 2007-2009, i dati d’inizio 2010 sono ben più interessanti. Dietro al Corriere della Sera, che continua a retrocedere (-15% rispetto ad un anno fa), Repubblica (-7%) combatte contro E-Polis subito dietro la linea delle 500 mila copie quotidiane, con gli altri lontanissimi, a partire dal quarto classificato, la Gazzetta dello Sport, sic, a 350 mila copie circa. Unico in controtendenza il Giornale, con un +6% a febbraio.

Già questi dati segnalano la potenza del free press E-polis contro i colossi morenti, dei quali nessuno più si avvicina alle 600 mila copie, e la prosecuzione dell’anomalia dei quotidiani sportivi, fortissimi in Italia.

Vi chiederete cosa c’entri il calo dei quotidiani con gli argomenti classici di 01Net, ovvero l’informatica o i media sociali. Orbene l’aggancio c’è ed è forte: in Italia, la stampa locale cresce. Sono cifre piccole, ma il crollo dei grandi è tra il 7 e il 15%, mentre quello nazionale è del 6,6%, quindi i piccoli compensano buona parte delle perdite dei grandi.

Quotidiano locale più forte del blog

Ciò porta a due osservazioni: i grandi non interessano più come prima; i piccoli interessano e stanno recuperando terreno. Qual è la differenza tra le due proposte editoriali? Nei grandi giornali la notizia c’è, ma viene mascherata da analisi, commenti, retroscena, pagati a peso d’oro a personaggi di vario genere le cui opinioni non interessano più; i piccoli i soldi per i grandi commentatori non li hanno e devono forzatamente dare lo spazio principale alla notizia, che quindi risalta ancora di più.

In conclusione, le notizie locali su carta hanno una gran presa sul pubblico.
Attenzione, il punto è essenziale: se la carta locale cresce, vuol dire che blog e social network non stanno cambiando l’informazione. D’altronde il blogger normalmente è un opinionista e sono proprio le opinioni ad aver stufato. Se le proposte informative della Rete avessero effettiva rilevanza, la crisi nazionale del quotidiano cartaceo locale sarebbe maggiore di quella del quotidiano nazionale, in quanto acuita dai flussi informativi on-line. Ma così non è, quindi o s’ipotizza una ridistribuzione del tempo sfuggita a qualsiasi analisi sociologica oppure i social network non incidono sull’informazione locale.

Su smartphone, la notizia va

Certo si potrebbe dire che il calo del quotidiano nazionale è accelerato proprio dai social network e dall’on-line. Quand’anche così fosse, quale on-line? Mi sembra utile riferire di una recente indagine statunitense. Anche negli States la stampa quotidiana scende di un 10% annuo, apparentemente sostituita dalla rete. Con grande enfasi, qualche settimana fa è stato celebrato il sorpasso della Rete sulla carta per le informazioni.

Il sondaggio rivela il trionfo della lettura di news su smartphone, non su pc, quindi la Rete della quale si parla è quella connessa tramite celle e le notizie sono le brevissime, senza commento.
Questo è quanto vedo anche in Italia, ma per una percentuale minore di utenti. Personalmente vedo svariate persone seguire i lanci d’agenzia su smartphone, il che mi porta a pensare che le notizie internazionali in qualche modo interessino ancora la massa, ma anche queste libere da diecimila. Insomma i media che hanno perso la condizione “atomica” della notizia stanno perdendo il contatto con i lettori, che mostrano di preferire fonti più potenti d’un blog e del tutto prive d’interazione.

Notizia e carta vincono ancora

Si dirà che le nuove generazioni fanno un uso diverso, non leggono quotidiani, non vedono la tv e che il futuro è di Facebook e forse di Farmville, il bucolico gioco ad economia controllata che è tra le principali attività dei residenti di quella social nation. Io continuo a vedere Tv, anche se fuori dalla scatola classica, e continuo a vedere che chi sa trattare le notizie (ed ha respiro finanziario) alla lunga continua a prevalere.

Temo inoltre che i social network oggi non trasportino informazione separabile dal rumore di fondo, un compito che la stampa locale invece riesce a sviluppare. Se così fosse, l’unico modo per avere un cambiamento epocale sarebbe di accettare meno visite finte e dando maggior risalto ai pochi ma veri e buoni visitatori che si raccolgono, rendendo forte il segnale ed abbassando il rumore di fondo anche se su numeri formalmente più bassi.

Temo che chi oggi fa progetti di comunicazione debba considerare che la carta resterà tra noi ed è tuttora uno strumento di marketing di massa, sia come modello, sia come strumento.

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