Visiant si prepara per la Borsa

Di idee vincenti, nella sua lunga carriera di imprenditore e manager nell’ambito dell’It, Luciano Marini ne avute almeno quattro. Oggi, come presidente di Visiant, ricorda le sue tappe: nel 1973 ha fondato Sys-Dat, poi il Gruppo Alfa Linea (allora edit …

Di idee vincenti, nella sua lunga carriera di imprenditore e manager nell’ambito dell’It, Luciano Marini ne avute almeno quattro. Oggi, come presidente di Visiant, ricorda le sue tappe: nel 1973 ha fondato Sys-Dat, poi il Gruppo Alfa Linea (allora editore di Lineaedp), quindi come socio di riferimento ha contribuito allo sviluppo di Gruppo Progres (venduto poi nel 1999 a Csc) per arrivare nel 2000 a fondare Softpeople, che dal marzo scorso si chiama Visiant. Una realtà che oggi conta circa 1.000 dipendenti, ai quali si affiancano 500 full time equivalent, che operano nei call center e che a fine 2007 dovrebbe fatturare 130 milioni di euro, «un valore conservativo – osserva il presidente – perché ci siamo soprattutto dedicati ad attività di consolidamento, mentre per il 2008 prevedo di arrivare a 150/160 milioni senza acquisizioni, che però non escludo, se capiterà l’occasione di società per noi interessanti». Infatti, Marini si dichiara pronto a valutare eventuali acquisti mirati, in particolare nell’ambito finance e sanità, aree dalle quali potrebbero anche nascere nuove business unit. Attualmente i mercati su cui Visiant è maggiormente presente sono le telecom e poi le utility, ma sta entrando anche in nicchie come la gestione documentale, la Web Tv, la comunicazione e l’organizzazione di manifestazioni, attività queste ultime affidate alla specifica business unit Comunicazione, composta da una cinquantina di persone «dove stiamo crescendo come importanza in quanto siamo tra i primi dieci operatori nazionali».

Il modello imprenditoriale adottato, come ricorda Marini, è sempre lo stesso. Infatti oggi Visiant è organizzata con una holding a cui fanno capo cinque aree di attività presidiate da business unit o divisioni (Consulting, Enterprise, Outsourcing, Sicurezza e Architetture It, Web e Comunicazione) che si propongono al mercato con la rapidità e la snellezza tipica delle piccole aziende, con però alle spalle tutti i vantaggi di operare all’interno di una solida holding, con 20 milioni di capitale. «Le singole società hanno ciascuna una figura che guida lo sviluppo e una che fa il controllo dei costi, – spiega Marini – ma per certe aree si appoggiano alla holding, che gestisce le attività di coordinamento che beneficiano di economie di scala e che consentono alle persone chiave di non doversi occupare di finanza, burocrazia, controllo e gestione».

Ma quali sono i segreti per continuare a crescere nel mercato dei servizi It? «Oggi l’utente vuole sempre di più, ma pagare sempre meno – risponde Marini -. E, infatti, una società per essere competitiva deve avere contemporaneamente un forte legame con i clienti, un know molto specialistico e prezzi competitivi, mentre nei ruggenti anni Settanta e Ottanta bastava possedesse una sola di queste caratteristiche per avere successo. I grossi player sono entrati in difficoltà negli ultimi tempi per i prezzi troppo alti, mentre se le piccole società spesso hanno costi competitivi, di solito non hanno solidi rapporti con i clienti o non hanno il know how specifico per i diversi settori. Per crescere oggi, invece, ci vogliono tutti e tre i requisiti che prima ho citato. Noi riusciamo ad avere prezzi contenuti non perché paghiamo meno il nostro personale, anzi, ma perché siamo una struttura giovane e quindi non appesantita da vecchie sovrastrutture accumulate nel tempo, che investe molto in formazione, soprattutto sui giovani. Riteniamo di essere in questo settore dei servizi It quello che è la Virgin Air tra le compagnie aeree: ha una flotta tra le più moderne e ottimizza la gestione su tutti i fronti, per cui è molto competitiva».

La nuova organizzazione di Visiant rientra anche nel progetto di quotazione in Borsa, «prevista verosimilmente oltre la metà del 2009 – conclude Marini – in quanto abbiamo bisogno di almeno due anni per prepararci. Tuttavia, una volta completato il percorso, prima di fare il grande passo, valuteremo con molta attenzione qual è la situazione del mercato in quel momento».

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