Virtualizzazione in Ue sotto media

I risultati di un’indagine condotta per conto di Ca sullo stato d’utilizzo della tecnologia virtuale da parte di 300 Cio.

Un’indagine recentemente condotta da Idg Research Services per conto di Ca e che ha coinvolto 100 It manager europei (tedeschi e inglesi) ha rivelato che il 59% di loro sta già investendo in iniziative di virtualizzazione, contro il 64% dei loro colleghi a livello mondiale e l’88% di quelli statunitensi. Inoltre il 58% di loro ha dichiarato d’aver già conseguito dei risultati con la virtualizzazione dei server, il 43% con quella dello storage e il 38% con la virtualizzazione delle applicazioni.

La ricerca ha osservato che le aziende europee utilizzano la virtualizzazione per gestire l’infrastruttura It (59%), per le funzioni di assistenza alla clientela (49%), per gestire le funzioni di finanza e contabilità (40%) e per l’analisi dei dati (36%).

Il 40% delle realtà europee prese in esame ha affermato che la virtualizzazione facilita il provisioning dell’hardware e il deployment del software. La medesima percentuale ritiene che contribuisca a creare un ambiente più flessibile per lo sviluppo e il testing; quasi un terzo afferma che contribuisce ad abbassare il Total cost of ownership (Tco), mentre il 30% ritiene che la virtualizzazione migliori l’affidabilità e la disponibilità dei sistemi.

Pur essendo la virtualizzazione di server e storage a fare da apripista, si stanno diffondendo anche altre forme, in particolare, nell’area delle applicazioni e dei data center.

Le aziende ricorrono alla virtualizzazione per pianificare e sostenere una molteplicità di iniziative aziendali, nuovi servizi di business e ambienti pilota, ribadendo la propria intenzione di intensificarne l’impiego in ambito aziendale; per esempio, il 28% delle aziende europee intervistate dichiara di servirsi della virtualizzazione per supportare servizi business critical, mentre il 52% afferma d’avere intenzione di implementare questa tecnologia entro i prossimi 18 mesi.

I piani per l’adozione della virtualizzazione in applicazioni non-business critical ricalcano lo stesso andamento, con un aumento dal 47 al 58%.
Eppure rimane arduo sfruttare al massimo i sistemi: il 45% degli intervistati ha risposto che a loro preoccupa la sicurezza, mentre il 42% ritiene che sia difficile gestire l’eterogeneità infrastrutturale prodotta dalla virtualizzazione. Fra le altre perplessità di un certo rilievo sono stati citati i canoni per le licenze software, l’integrazione nelle Soa, il capacity planning e la formazione delle giuste competenze informatiche.
I dirigenti It si stanno rendendo anche conto di doversi concentrare su soluzioni capaci di gestire la virtualizzazione. Mentre il 54% degli intervistati ha detto che la gestione efficace di un ambiente virtualizzato rappresenta una priorità cruciale o elevata, soltanto il 43% ha giudicato efficace o estremamente efficace il proprio operato in questo senso.

Il 56% dei responsabili europei intervistati è fiducioso che la loro azienda stia ottenendo il massimo ritorno dagli investimenti compiuti con la virtualizzazione, ma solo il 26% asserisce di disporre di un metodo per misurarlo.

È anche chiaro, però, che devono diffondersi nuovi punti di vista relativi a soluzioni e risorse. Ad esempio, le licenze software costituiscono una grossa fonte di preoccupazione per i responsabili It: circa il 48% ritiene che gli attuali modelli di licenza del software per gli ambienti fisici non vadano bene per l’ambiente dei server virtuali (contro il 79% negli Usa e il 57% nel mondo). Scendendo nel merito della questione, il 38% dei Cio europei intervistati propende per un modello di prezzo a consumo, in cui i clienti pagano in base alla potenza di calcolo consumata, e un altro 38% preferisce prezzi basati sulla configurazione o sul numero di socket, in cui i clienti pagano l’utilizzo dell’intero socket del processore, indipendentemente dal numero di applicazioni gestite dal processore stesso.

L’indagine ha coinvolto top manager It di aziende con oltre 250 milioni di dollari di fatturato annuale che investono o hanno in progetto di investire in tecnologie di virtualizzazione.

Lo studio è stato realizzato tramite interviste online. Ogni intervistato ha ricevuto un invito via mail contenente un link alla pagina da cui accedere al questionario. Le domande rivolte a soggetti extra-statunitensi sono state localizzate nella lingua dei singoli Paesi. Negli Stati Uniti, l’indagine si è svolta nel periodo compreso fra l’11 e il 24 ottobre 2007, mentre la parte extra-statunitense è stata completata tra il 6 e il 12 novembre 2007. In totale sono stati compilati 300 questionari nelle seguenti aree: 100 negli Usa, 50 nel Regno Unito, 50 in Germania, 75 in Australia e 25 in Corea.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome